Un anno con PlayStation Portal
Il desiderio di parlarvi di quanti soldi ho speso due anni fa per il mio rig da corsa per Gran Turismo 7 (che ho usato per 6 mesi e poi mai più) era fortissimo. Invece oggi è un compleanno importante che non voglio ignorare. Esattamente un anno fa, Sony lanciava sul mercato PlayStation Portal, accessorio per PlayStation 5 che può essere facilmente descritto come "un DualSense con uno schermo in mezzo". I documenti ufficiali, più correttamente, lo definiscono un "lettore remoto [che] ti dà accesso ai giochi sulla tua PS5 tramite il Wi-Fi domestico, permettendoti di tuffarti subito nel gioco senza dover accendere la TV." Mi viene naturale parlarne al femminile, ma essendo un "lettore remoto", mi adeguo.
Inizialmente annunciato come Project Q, Portal non fu ben accolto dalla critica specializzata, colpa forse anche del fatto che molti volevano da Sony una console portatile capace di inserirsi in quella nuova fetta di mercato di cui Steam Deck aveva fatto da apripista. Evidentemente Sony non aveva alcun interesse a lanciarsi nuovamente in quel territorio, e invece di investire su una nuova portatile ha continuato a fare ciò che ha fatto dall’inizio di questa generazione: espandere l'ecosistema PS5. Console, controller pro, visore VR, cuffie, cuffiette, caricatori, telecamera, telecomandi, ed adesso anche una nuova periferica che promette ai possessori di PS5 di poter giocare comodamente, in formato portatile, da qualsiasi altro posto, in casa ed in ufficio.
PlayStation Portal arriva nei negozi alla modica cifra di 219€, e in modo inaspettato per molti (tranne forse che per Sony) va sold out il giorno del lancio. Molti sono sconvolti, non capiscono proprio come sia possibile questo successo, attaccano Sony per questa cifra spropositata (suona familiare?), e addirittura suggeriscono che gli acquirenti siano dei poveretti che non hanno nemmeno idea di cosa abbiano acquistato. Son tutti stronzi, insomma, incluso me che l’ho comprato.
Le prove su strada della stampa vanno dal discreto entusiasmo alla totale freddezza: la sensazione è che nessuno abbia comunque avuto abbastanza tempo per testarla per benino. Le principali critiche tendono a sottolineare cosa Portal non è. Che senso ha, mi chiedo, giudicarla per il fatto che non tutto lo schermo è touch? Per il fatto che non puoi usarla se non hai una buona connessione? Per il fatto che non puoi giocarci se non hai messo la PS5 in modalità riposo? Insomma, perché non focalizzarsi su ciò che Portal promette invece di fare?
Io rientro perfettamente nella target audience di Portal: ho una PS5 in casa, ogni tanto voglio lasciare la TV disponibile a mia moglie, altre volte voglio semplicemente giocare disteso nella camera da letto. A pensarci bene, quasi esattamente dodici anni fa Nintendo aveva inquadrato questo pubblico con il controller di Wii U, in tempi forse ancora troppo prematuri… ma meglio non divagare. Ho una buona connessione Gigabit (secondo i documenti ufficiali, Portal necessita una velocità di 15Mbps per funzionare al meglio) e ho anche la possibilità di pagare qualche soldo extra per quello che potremmo definire un accessorio premium. Insomma, PlayStation Portal sembra fatto su misura per me e per tante altre persone che si trovano in una situazione simile alla mia.
Dal giorno del lancio, l'ho utilizzato veramente tantissimo; mi ha convinto sotto molti punti di vista, ma mi ha lasciato perplesso sotto altri. In questo inusuale pezzo simil-"consigli per gli acquisti", faccio un riepilogo di come è andato questo primo anno con PlayStation Portal.
Mi basta il telefono
Partiamo da una cosa importante: per diversi anni (proprio perché ho sempre avuto questa necessità) ho occasionalmente giocato a PS4 e PS5 con Remote Play sul mio telefono Android, collegando il DualShock e usando l'accessorio plasticoccio che ti permette di tenere controller e telefono insieme. Un setup non perfetto ma comunque funzionale.
Una delle cose che spesso si leggono è "posso già fare quello che fa Portal, e non devo nemmeno comprarlo… mi basta il telefono". Nì. Innanzitutto devo impiegare - appunto - il mio telefono, che andrà quindi a scaricarsi mentre gioco, cosa che non voglio assolutamente. E metti caso che voglio di tanto in tanto controllare le notifiche o altro? Forse dovrei comprare un altro telefono ad-hoc… Devo pure prima andare a prendere un DualSense (o il semplice DualShock), connetterlo al telefono e accendere da lì la console. Non solo il controller andrà quindi a scaricarsi per i fatti suoi, ma se uso il DualSense non potrò nemmeno utilizzare le varie feature uniche del controller PlayStation 5: non avrò i grilletti adattivi e non avrò nemmeno il feedback aptico, entrambi elementi chiave dell’identitä dell’ultima console casalinga Sony. Il telefono ha anche uno schermo ovviamente molto più piccolo, cosa che non posso certamente ignorare. E se voglio stare sdraiato, devo comunque comprare qualche accessorio come l’adattatore citato sopra. Insomma, già ci sono in ballo un bel pò di compromessi. "Eh, ma puoi utilizzare un tablet", perdio, no! Voglio stare disteso, comodo, tenere una roba in mano senza uno stand e senza dover fare tutte le cose che ho già elencato sopra. Abbiate pazienza, i consolari sono comodisti, dovreste saperlo ormai! Con PlayStation Portal premo un tasto e nel giro di dieci secondi è tutto pronto e sto giocando con la PS5 senza pensieri, senza grossi compromessi, e con l’hardware DualSense di qualità.
Con Portal ovunque
Ho usato Portal in svariate situazioni: da casa, dall'ufficio, dall'hotel, dal treno, e dall'estero. I risultati sono stati altalenanti. Casa e ufficio sono chiaramente le situazioni ideali: con una connessione internet stabile, Portal si comporta come di dovere. Ho giocato ad esempio parte di Animal Well dall'ufficio (per ricerca, chiaramente... ), poi tornando a casa un po' disteso sul divano, o in cucina mentre in parallelo scrivo a qualche amico perso come me in quel fantastico mondo criptico. Per un anno intero ho giocato in questo formato “ibrido" a tantissimi giochi, e diversi amici a cui l’ho fatto provare sono rimasti ugualmente impressionati dalla bassa latenza (per fare un esempio clamoroso, anche se tendo sempre a sconsigliare giochi super-action in streaming, Returnal è stato sorprendentemente giocabilissimo). Detto ciò, pochissime volte - ma comunque più di 0 - mi è capitato purtroppo di incappare in alcuni problemi di connessione, specialmemte in base alla qualità del segnale nelle diverse stanze, forse anche colpa del vecchio router Asus RT-AC68U che non supporta Wi-Fi 6. Quando questo succede, si nota una chiara perdità di qualità dell’immagine, ma il gameplay continua ad essere fluido.
Passando all'hotel, invece, nonostante sia spesso andata discretamente bene, proprio la settimana scorsa è invece stato un fallimento: se il segnale è molto scadente, infatti, Portal fa spesso fatica a riprendersi automaticamente, e si ha più successo disconnettendosi e riconnettendosi alla PS5 manualmente. Nella fattispecie, ho da ridire sulla risoluzione minima di streaming, che trovo veramente troppo bassa. Mi spiego meglio: quelle poche volte in cui ho avuto grossi problemi di segnale - come questa volta in hotel - Portal è rimasta connessa ma con in un'immagine talmente smarmellata che a tratti era veramente difficile da decifrare, specialmente se c'è del testo da leggere. Forse sono un po’ masochista, ma credo preferirei perdere del tutto la connessione, piuttosto che stare a fissare lo schermo nella vana speranza di decifrare qualcosa. Questo è lo stesso principio per cui preferirei mille volte non avere proprio accesso a internet, piuttosto che avere la linea mega lenta e osservare la malefica girandola del caricamento ogni volta che cambio pagina. Ad ogni modo, anche in questo caso l'unico fattore chiave è veramente la qualità della connessione disponibile. C’è la possibilità di fare affidamento su un hotspot temporaneo, ma ovviamente si vanno a consumare molti dati. Dal treno, invece, (o per lo meno in quelli che prendo qua in Svezia, che magari sono più stronzi) non sono riuscito proprio a connettermi alla PS5 di casa. Credo sia una questione di come sia impostata la connessione pubblica, ma anche con diversi tentativi più astrusi (impostando IP ed altri vari settaggi manuali) non sono proprio riuscito nell’intento. Non è un problema presente in tutte le reti pubbliche, ma sappiate che problemi del genere possono comunque emergere.
L’unica volta che ho portato PlayStation Portal con me all’estero, la cosa è stata un po’ tragica: il primo giorno ho giocato tranquillamente a Yakuza: Like a Dragon, felice come una pasqua “ma che gran figata, ho PS5 sempre con me!”. Il secondo giorno Portal ha deciso di fare automaticamente un update del firmware, e da quel momento in poi non è più riuscita a connettersi alla PS5 di casa. Ho passato quindi tre settimane in Giappone con nello zaino un PS Portal del tutto inutilizzabile. Poteva certamente andare meglio. Si tratta di un problema circostanziale, ma da quell’esperienza è rimasto un senso di inaffidabilità che è impossibile ignorare.
Tirando le somme sul lato connettività, se l'utilizzo primario è quello tra casa e ufficio in ambienti stabili e collaudati, Portal va alla grande. Non a caso è questo ciò che Sony effettivamente vende agli utenti:
Poiché il lettore remoto PlayStation Portal™ ti consente di riprodurre in streaming i giochi tramite la rete Wi-Fi domestica, puoi giocare con la tua console PS5 anche quando qualcun altro sta utilizzando la TV a cui è connessa. [...] Con il lettore remoto PlayStation Portal™ sulla tua connessione Wi-Fi domestica, hai più flessibilità per giocare in qualsiasi stanza senza bisogno della TV. Ti piacerebbe continuare a giocare mentre sei in cucina a fare colazione? Nessun problema!
Qualsiasi scenario al di fuori di reti stabili e collaudate è quindi a nostro rischio e pericolo e, personalmente, lo sconsiglio.
Maneggiando Portal
Dal punto di vista hardware, per me le portatili hanno sempre due fattori di massima priorità: ergonomia e qualità dello schermo. Quando si parla delle sensazioni con Portal alla mano, è difficile non fare paragoni con le principali console portatili disponibili sul mercato. Questi paragoni sono però anche abbastanza bastardi proprio perché Portal è un pad con schermo, e le altre sono vere e proprie macchine con un loro hardware ben più complesso. Allo stesso tempo è difficile ignorare del tutto alcune similitudini, quindi ritengo che il confronto possa esser fatto, seppur con cautela.
Prima ancora di ricevere Portal, il mio dubbio più grande era sullo schermo LCD. Viziato dal bellissimo display OLED di Switch, avevo il terrore di trovarmi davanti a uno schermo che avrei finito per disprezzare. Con mia grande sorpresa, non è stato affatto così. Prendiamo intanto nota del fatto che lo schermo di Portal è ENORME.
Switch Lite: 5.5 pollici (720p, 1280x720)
Switch: 6.2 pollici (720p, 1280x720)
Switch OLED: 7 pollici (720p, 1280x720)
Steam Deck: 7 pollici (1280x800)
Steam Deck OLED: 7.4 pollici, HDR (1280x800)
PS Portal: 8 pollici (1080p, 1920x1080)
Non sto certamente qui a dire che sia lo schermo migliore della storia, ma in tutta sincerità è un display veramente bellissimo. Non essendo HDR, non ha la stessa precisione di quando si usa PS5 su TV (giocando ad Astro Bot ho notato giocando che spesso si perdono dettagli nelle nuvole e su tutti i punti luce), ma rimane piacevolissimo da guardare, dettagliato e con un'ottima riproduzione dei colori. Se vogliamo discutere di ergonomia, si aggiunge subito il fattore peso, per me molto importante se l’intenzione è quella di stare a giocare per molto tempo senza stancarmi.
Switch Lite: 275g
Switch: 398g
Switch OLED: 420g
Steam Deck: 669g
Steam Deck OLED: 640g
PS Portal: 280g
Come già detto, è chiarissimo il motivo per cui Portal non sia pesante quanto una vera console portatile, ma in fin dei conti rimane hardware che tengo in mano, e il peso fa comunque una grossa differenza. Oltre che sul peso, il vantaggio di non essere una console si rispecchia anche nella durata della batteria - che a tratti sembra veramente infinita - nel rumore (inesistente, non avendo bisogno di alcuna ventola di raffreddamento) e nella temperatura del dispositivo che rimane sempre freddo. Se dovessi descrivere la sensazione che si prova ad avere Portal in mano, direi che è letteralmente come tenere in mano un DualSense. Se trovate comodo il controller della PlayStation 5, sarete estremamente felici con Portal in mano.
Il lato oscuro di Portal
Fino ad ora ho sottolineato principalmente gli elementi di Portal che più mi entusiasmano. Purtroppo, ma non inaspettatamennte, ce ne sono altri che sono particolarmente fastidiosi: in primis il fatto di non poter utilizzare cuffie bluetooth, una mossa abbastanza criminale da parte di Sony. Io sono affezionato all'utilizzo di cuffie con cavo, ma mi rendo conto che per il 99% delle persone questo limite è forse inaccettabile. Certo, basta un semplice cavo e passa tutto, oppure potete continuare a lavorare sul vostro ecosistema PS5 e dare a Sony altri 250 euro per le cuffiette ufficiali Pulse Explore, sono sicuro che saranno felicissimi!
Altra cosa anche un po' banale, ma che a parer mio vale la pena di citare, è il posizionamento della porta USB e del jack audio: si trovano sul retro, su una scocca nera mezza nascosta, e sono praticamente impossibili da trovare, soprattutto se per vostra sfortuna vi trovate a giocare in una stanza buia.
E, a proposito di buio, parliamo delle giocate in notturna. Quando comprai Portal, uno dei miei primi pensieri fu "che bello, ora posso giocare di notte dal letto mentre la moglie dorme!". Se anche voi vi siete fatti questo bellissimo film, vi dico tranquillamente di troncare subito il vostro entusiasmo. Portal dà diverse opzioni per minimizzare i disturbi: potete abbassare la luminosità dello schermo, potete disabilitare i led laterali e quello del microfono, e anche abbassare la forza della vibrazione. Noterete rapidamente che quest'ultima, anche quando impostata al minimo, fa un casino incredibile se vi trovate in un ambiente completamente silenzioso. A questo si aggiunge un'altra banalità, di cui credo Portal non abbia nemmeno una colpa diretta: indipendentemente da tutto, mi sono presto reso conto che premere i tasti di un controller fa sempre un casino incredibile. Se il vostro partner sta provando a dormire, vi assicuro che vi chiederà al 100% di andare a fare i vostri giochini in un'altra stanza. Gioco in notturna: fallito.
E quindi?
Ma allora, li vale questi benedetti 219€? Andiamo in ordine: se a casa non avete una buona connessione internet, direi proprio di no. Se non siete sicuri di ritrovarvi nella target audience identificata all'inizio di questo pezzo - è inutile girarci intorno - la risposta continua ad essere quasi certamente no. Sony ha creato questo accessorio con un pubblico molto specifico in mente e sta lì la sua forza (o il suo limite, a seconda di che parte della staccionata vi troviate).
Se invece, come me, vi riconoscete in questo pubblico di riferimento, Portal comincia ad essere un prodotto interessante. Lo consiglio ciecamente al prezzo di listino? No, ritengo che 149€ sarebbe stato probabilmente il prezzo giusto (per me, non per Sony). Allo stesso tempo, se avete comunque la possibilità di lanciarvi nell’acquisto, credo che ci sia poco di cui pentirsi; io l'ho utilizzato (e continuo ad utilizzarlo) allo sfinimento, e così è avvenuto per i tanti altri utenti PlayStation che lo usano quotidianamente. Mi sarebbe piaciuto avere una nuova portatile Sony che fa girare tutto perfettamente, non in streaming, che fa la guerra a Steam Deck, e che mi fa anche il caffé? Probabilmente sì, ma non per questo giudico diversamente il lettore remoto PlayStation. Buon primo compleanno, Portal, grazie per farmi fare i livelli bastardi di Astro Bot mentre sono seduto sul cesso.
Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata alle spese pazze che affrontiamo (o non affrontiamo) per le nostre passioni, che potete trovare riassunta a questo indirizzo qui.