Outcazzari

Topolino Mania: un nostalgico viaggio nei corti Disney del secolo scorso | Racconti dall'ospizio

Topolino Mania: un nostalgico viaggio nei corti Disney del secolo scorso | Racconti dall'ospizio

Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.

1994. Andava di moda il codino.

Tra l’addio al mondo di Kurt Cobain e l’incetta d’Oscar di Schindler’s List, tra un rigore di Baggio e la presentazione di una console a caso (la PlayStation), Traveller’s Tales sviluppò Mickey Mania per Mega Drive e Super Nintendo.

Un lascito e un addio ai platform 2D, con protagonista lui, Mickey Mouse, attraverso la sua stessa storia.

Un approccio originale, un design che riecheggia ancora oggi in tanti giochi: ogni livello è ispirato a uno dei corti di Topolino, a partire da quel lontano Steamboat Willie che fu il primo film - in bianco e nero - col sonoro con protagonista il topo.

All’epoca dodicenne, forte della colonna sonora che molti di noi avranno fischiettato almeno una volta nella loro vita, dopo insistenti richieste, ottenni e inserii nel Mega Drive la cartuccia, trovandomi davanti a uno dei miei giochi preferiti di sempre.

Difficile anche solo ricordare gli eventi di quegli anni senza sbirciare su Wikipedia, ma Mickey Mania (com’era intitolato fuori dallo stivale), farcito di citazioni, chicche e soprattutto segreti, racchiudeva dentro di sé ciò che tanti sviluppatori odierni dovrebbero capire e replicare nelle loro creazioni: emozione.

Si passa lentamente dal bianco e nero al colore, incontrando la prima versione di Gambadilegno con la gamba veramente di legno (nel 1941, nella storia Topolino Boscaiolo di Floyd Gottfredson, il nemico giurato del topo gli spiega che l’ha sostituita con una protesi).

Il secondo livello apre col botto: ben consci di aver lasciato i giocatori a bocca aperta con Steamboat Willie, gli sviluppatori passano a un livello ambientato nel castello/laboratorio del Mad Doctor. Scheletri con animazioni fluidissime, reminiscenze dalla Silly Symphony The Skeleton Dance, ragni, orologi a pendolo, ascensori animati divinamente: ricordo ancora benissimo la polvere che si libera mentre l’ascensore sale e, tramite piccoli sensori, rileva i piani a cui arriva. Poesia pura.

Ed ecco spuntare il primo segreto: quanti hanno provato spontaneamente a risalire sull’ascensore, una volta scesi? Un indizio? È l’unico livello in cui non si incontra il Topolino originale dell’epoca. Da qualche parte doveva pur essere! E poi il boss, da affrontare preparando miscugli alchemici mentre Pluto, rapito, piange disperato.

Sì, nel 2019 fa venire il mal di testa.

Ritrovato il suo fido compagno, è il momento di andare a caccia di alci assieme in Moose Hunters, Topolino cacciatore in Italia. Anche qui si rivoluzionano nuovamente il gameplay e lo stile grafico. Pluto corre avanti e indietro per il livello, mentre Topolino deve evitare rami che cadono e alci che corrono. Ma non è nulla: la seconda parte dello stage, in simil-3D, ci vede correre verso lo schermo cercando di schivare alce e ostacoli. Difficile, divertente e soprattutto gratificante, una volta portato a termine.

Si passa dalle minacce reali a quelle soprannaturali. Topolino e i fantasmi è il film che ispira il livello successivo. Traveller’s Tale si esibisce in un continuo crescendo. Stavolta si sperimenta coi fantasmi, con l’acqua che sale e scende… e anche stavolta la soddisfazione è grande. E se tutto questo fosse un’illusione? Se fosse tutto dovuto all’essere cresciuto a pane e Disney?

Si sale ancora: il livello successivo è tratto da un mediometraggio, Topolino e il fagiolo magico (Mickey and the Beanstalk).

Gli sviluppatori decidono per un platform verticale, seguito da una sezione orizzontale ambientata su una tavola imbandita. Quel che risalta, però, è un segreto enorme: riuscendo a saltare correttamente su alcuni nemici posizionati in punti abbastanza difficili, si sblocca un intero livello bonus, basato sull’epilogo di Fanfara (The Band Concert), corto del 1935.

Superato anche questo lungo e difficile livello, si arriva all’apice di tutto.

Il principe e il povero - sì, l’embed è corretto, è il titolo su youtube che è sbagliato!

L’ultimo livello è un trionfo di animazioni, sfondi, grafica ed effetti, basato sulla parodia Il principe e il povero, chicca animata Disney del 1990. Traveller’s Tales dà fondo a tutte le trovate possibili. Dalla scalata della torre in simil 3D (implementata in modo simile alla fuga dall’alce) a salti su lampadari, discese, passaggi segreti e un difficilissimo boss finale, interpretato da… chissà!

E così, finito questo excursus in una chicca d’altri tempi, mi trovo a riflettere.

In quale giungla di licenze si trovano attualmente i diritti per ripubblicare questo gioco? È un peccato che un gioco del genere, considerando quanto Disney sia ancora prodiga di riedizioni dei suoi corti, non sia più stato ripubblicato dopo la riedizione PlayStation (che aggiungeva alcuni effetti 3D e modificava alcune sezioni… e che, va detto, è stata inserita nella linea di giochi PlayStation 1 scaricabili su PlayStation 3 e PlayStation Vita).

Ricordo però perfettamente, in quel 1994, quanto adorassi questo gioco. Non c’erano salvataggi, né password: ogni avanzamento era frutto di impegno, abilità e memoria muscolare: andare avanti e vedere gli altri livelli, scoprire i segreti, mi prese parecchi mesi. E non ci si annoiava mai, completare perfettamente e senza danni i primi livelli era una sensazione unica, da ragazzino. Arrivare finalmente al finale, in un’unica sessione di circa un’ora, sperando di non incappare in un game over… non accadrà più.

Abbiamo meno tempo libero, abbiamo una quantità spropositata di stimoli, il competitor diretto di Netflix è il sonno e forse è proprio per questo che un gioco così bello resta negli idealizzati meandri dei ricordi. Più bello di quanto fosse in realtà, edulcorato e arcidecorato dai neuroni, accarezzato da venicinque anni di nostalgia, bello da morire.

Grazie, Traveller’s Tales, per questo piccolo dono di felicità.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata a Luigi e ai fantasmi perché c’ha il livello coi fantasmi. Potete trovarla riassunta a questo indirizzo.

Come nacque Paperboy, fra birra e sperimentazione | Post Mortem

Come nacque Paperboy, fra birra e sperimentazione | Post Mortem

Ottobre 2009: A proposito di console nate morte... | Old!

Ottobre 2009: A proposito di console nate morte... | Old!