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Stranger Things, Dungeons & Dragons e la seconda stagione

Stranger Things, Dungeons & Dragons e la seconda stagione

OK, siccome sono stato colto da una partita mattutina ad un vecchio e mai dimenticato gioco da tavolo (vi lascio tentare la fortuna, non lo indovinerete mai) e mi sono sentito incredibilmente profeta, voglio provare a spiegarvi, adorabili nerd dei videogiochi, cosa penso, nello specifico, del trailer della seconda stagione di Stranger Things.

Ma prima di arrivare al nocciolo della questione, si necessita una degna presentazione: lasciatemi spendere due parole su questo gioiellino di serie e lasciatemi introdurre alcuni concetti a me cari.

La vera trovata di questa serie, la sua forza motrice, non è esattamente l’ambientazione, ovvero una sonnolenta e tranquilla cittadina anni Ottanta, non è nemmeno il cast prevalentemente di ragazzini e nemmeno l'idea di ricoprire di citazioni lo spettatore, innescando un terribile effetto nostalgia. La vera forza motrice di Stranger Things è sta nel seguire le avventure di questo gruppo di ragazzini alle prese con una misteriosa minaccia, proiettandoli direttamente dentro di noi. Leggendoli con gli occhi increduli e sognanti del vecchio e mai dimenticato Bastian.

Ed esattamente, come avrebbero fatto dei ragazzini a venire a capo del mistero, con i mezzi a loro disposizione? La prima cosa che pensa un bambino quando deve affrontare qualcosa di adulto e minaccioso è che la spiegazione è sempre molto vicina a dove si trova. Non è mai troppo lontana. E non sta sempre su Wikipedia, che negli anni Ottanta manco esisteva. Un mostro, insomma, o un luogo pericoloso, dev’essere per forza dentro un manuale di gioco. Gli adulti, del resto, non possono capire “Hanno ormai perso le chiavi dei reami del sogno” (Howard Phillips Lovecraft) e “It” è nel tombino vicino casa, servono una pila elettrica e spago rosso per catturarlo. Non so perché, ma è così che funzionava, quando organizzammo spedizioni nelle fogne in campagna per catturare il mefitico pagliaccio.

Il gioco di ruolo, in Stranger Things, o meglio, il gioco di ruoli, viene spesso utilizzato adoperandosi in un nuovo esaltante linguaggio, volto a spiegare cosa circonda i ragazzini di Hawkins, ma senza mai sembrare troppo invasivo, mantenendo sempre una verosimile distanza da ogni situazione presentata. Dopotutto, c’è anche un pubblico assolutamente scevro di TD6-3CA che vuole capirci qualcosa, di queste “cose strane” che avvengono.

È su questo che Stranger Things ha fatto centro: è riuscito nel difficile compito di riportare mondi ormai sopiti e dimenticati e di raccontarli.

Il demogorgone

La prima stagione di questa serie, come tutti sappiamo, era un autentico tripudio di citazioni dal mondo dei giochi di ruolo cartacei e da tavolo (detti boardgame), che ha accompagnato la vita di tanti giocatori di mondi virtuali e non solo. Lo show non inizia a caso durante una sessione (da ben dieci ore!) di Dungeons & Dragons, insomma. Nei primi due minuti di Stranger Things, la scena si concentra su un gruppetto di ragazzini che giocano a D&D nella tavernetta di casa. Il dungeon master sta mettendo in pericolo gli avventurieri contro una banda di trogloditi. Poi continua la sua narrazione e improvvisamente lancia il terribile demogorgone, creando scompiglio tra i giocatori.

In quella scatola c’è DUNGEON!, il nobile antenato da tavolo di D&D del 1981!

Che cos'è un demogorgone? Perché i ragazzi avevano paura di affrontarlo in battaglia?

Il demogorgone non è altro che il principe dei demoni ed è una creatura di origine demoniaca di Dungeons & Dragons dal 1975, insieme a Orcus, suo rivale e principale nemico. È possibile trovare una breve descrizione del demogorgone nel manuale del mostri della quinta edizione, sotto la sezione Demon Lords (pag. 51-52), e una breve menzione nella quinta edizione del Dungeon Master's Guide, nella sezione The Abyss (pag. 62).

Negli anni Ottanta, il demogorgone era una fra le creature di Dungeons & Dragons più temute, e per questo la scena di Stranger Things ha giocato brillantemente su questo aspetto.

Il demogorgone è il signore di tutto ciò che nuota e alberga nell'oscurità. Un essere demoniaco dalle fattezze enormi, con due teste di babbuino (!), un ventre flaccido e gambe coperte di scaglie, due tentacoli per ogni braccio e una coda lunga, spessa e forzata. La miniatura del demogorgone scolpita da John Dennet (per Grenadier Minatures) differisce dalla versione presente nel Monster Manual. Tuttavia, il demogorgone, al di fuori di differenze stilistiche e di rappresentazione, è sempre apparso un nemico terribile e crudele in tutte le edizioni di D&D in cui è apparso. La copertina del secondo Monster Manual della quarta edizione è forse la sua migliore interpretazione.

È bene tener conto, inoltre, che Stranger Things non ha mai pagato i diritti per Dungeons & Dragons alla Hasbro. Ecco dunque perché, nel dialogo tra i bambini, vengono accuratamente omesse le descrizioni dei trogloditi e del demogorgone, che richiamerebbero in modo univoco la versione di D&D.

Sono citati, ma su nessuno dei due vige il marchio di copyright (anzi, la miniatura che vedete nella serie TV è attualmente proprietà di una piccola compagnia di miniature italica). Una ulteriore postilla: In Advanced Dungeons & Dragons, il demogorgone ha guadagnato una resistenza magica del 95% a tutti gli psionici (sostanzialmente, maghi con poteri mentali) ed è in grado di eseguire ben tre attacchi per turno. Oltre a questo, il demogorgone ha avuto un -8 AC, 200 HP, e per essere colpito richiede un tiro +2 o migliore.

Se tutto questo è autentico aramaico antico per voi, vi basti sapere che questo insieme di sconclusionati acronimi alfanumerici significano la morte certa del nostro personaggio, se fossimo così sfortunati ad incontrarlo, per gentile concessione del dungeon master. Il demogorgone, inoltre, gioca un ruolo cruciale nella campagna Out of the Abyss, nella quinta edizione di Rage of Demons.

Il set expert

Nella quinta puntata di Stranger ThingsThe Flea and the Acrobat, vediamo con quale edizione di Dungeons & Dragons i ragazzini stanno giocando. Proprio mentre cercano informazioni su The Vale of Shadows, la scena mostra una copia ben usata del manuale di D&D Expert Rulebook,  che apporterà diversi importanti cambiamenti alle regole del sistema ludico, tra cui la possibilità di compiere cosiddetti reverse-spell, invertendo a piacere un incantesimo.

TSR ha pubblicato il set di base Dungeons & Dragons (denominato TSR 1001) nel 1977. Quell'insieme è stato sottoposto ad una pesante revisione nel 1981, sotto la guida del progettista Tom Moldvay, che ha coperto i livelli dei personaggi dal primo al terzo. Il set Expert, pubblicato nel 1981 con copertina del famoso Erol Otus, ha espanso il set di base, che copre i livelli dei personaggi dal 4-14. Il set Expert è stato poi rivisto nel 1983, sotto la direzione di Frank Mentzer, con la copertina indimenticabile del famoso Larry Elmore. Divenne il secondo prodotto D&D nella linea che comprenderà poi il set Companion (livelli 15-25), il set Master (livelli 26-36) e il set Immortal (livelli 36+). L'edizione del 1983 del manuale Expert sembra essere quella usata in Stranger Things.

L’Expert Rulebook e, sul lato sinistro, il retro di copertina di Isle of Dread, storica espansione e modulo di Dungeons & Dragons.

La verità sulla valle delle ombre

Come sappiamo, la valle delle ombre è collegata indirettamente al luogo "capovolto" descritto da Undici, la dimensione distorta del Sottosopra, il mondo/luogo/dimensione dove si nasconde l’essere definito demogorgone e dove Will passa tutta la prima stagione di Stranger Things. Ecco la descrizione del Vale of Shadow, direttamente dalla serie TV:

È un luogo di decadimento e morte. Un luogo fuori fase. Un luogo di mostri. È proprio accanto a voi e non riuscite a vederlo.

Sapete perché non sappiamo nulla di ufficiale al riguardo?

Perché non è affatto un luogo ufficiale di Dungeons & Dragons. È un luogo appositamente ideato dai Duffer Brothers che ricorda da vicino lo Shadowfell/ShadowVale, descritto dettagliatamente nel Plane of Shadow (D&D quarta edizione, Manual of the Planes - Capitolo 3: The Shadowfell, pag. 48) Luogo al quale si accedeva camminando in ombra, un passaggio suggestivo, senza dubbio. Inoltre, il Shadowfell si sovrappone al piano materiale, esattamente come il mondo Sottosopra. Quella che segue è invece la descrizione dello Shadowfell

The Shadowfell is the dark echo of the modern world, a twilight realm that exists “on the other side” of the world and its earthly denizens.

A dir la verità, anche se La valle delle ombre non fa parte almeno ufficialmente del materiale di Dungeons & Dragons, il nome è apparso in altri prodotti collegati. Il primo capitolo dell'eccellente saga videoludica Icewind Dale, per esempio, è appunto intitolato The Vale of Shadows. Occorre poi puntualizzare che è relativamente normale e di prassi assai comune che i DM producano e costruiscano mondi unici per i loro gruppi di giocatori. La quinta edizione del Dungeon Master Guide offriva anche suggerimenti da poter utilizzare e io stesso ho inventato non meno di dieci mondi, continenti e differenti valute per i miei giocatori.

Un buon dungeon master non si limita a seguire le regole, o fornire efficaci descrizioni, o narrare avventure ben studiate, crea mondi.
— Aku

Lo Shadowfell, in tutta la sua sfolgorante bellezza depressiva

La seconda stagione e Advanced Dungeons & Dragons

Advanced Dungeons & Dragons, fu il successore del celebre Dungeons & Dragons del 1977.

D&D aveva bisogno di una revisione. Ormai le regole erano sparse in molti manuali, era necessario unificarle, correggerle e raccoglierle, e così nacque Advanced Dungeons & Dragons, diviso in tre corposi volumi dalla copertina rigida: un manuale per il dungeon master (Dungeon Master’s Guide), uno per i giocatori (Player’s Handbook) e uno per i mostri (Monster manual). Advanced D&D, per farvi capire, offriva meccaniche infinitamente più solide rispetto alle indimenticabili scatole colorate di EG [Editrice Giochi], ma soprattutto si focalizzava sul fornire al collettivo riunito attorno al tavolo scenari specifici e personaggi da cui attingere per le proprie campagne.Advanced D&D offriva una vera mitologia o “lore”, come direste oggigiorno.

Ogni ambientazione aveva un suo libro della legge, uno specifico tomo. Ogni scenario andava affrontato seguendo più o meno il suo codex, che spiegava efficacemente creature, luoghi, e personaggi chiave. In ogni ambientazione furono creati personaggi iconici, che un abile master poteva usare come nemici temibili, per esempio Lord Soth (Lord Loren Soth di Dargaard Keep), oppure formidabili alleati… ci torneremo dopo.

C'erano molte ambientazioni, in Advanced D&D: Forgotten Realms, classica ma ben dettagliata; Dark Sun, un reame desertico inaridito da un sole implacabile e distrutto dalla magia di generazioni di maghi empi; Planet Escape, GreyHawks e la mia favorita, Ravenloft.

Un regno di terrore e superstizione che attingeva alla piena tradizione gotica della letteratura e del cinema. Un mondo popolato da malvagi vampiri, famelici lupi mannari e orridi fantasmi, dove solo i più forti e i più puri di cuore possono sopravvivere. Ravenloft era un’ambientazione tipicamente horror, piena di castelli, scheletri e vampiri, e anche di cacciatori di tali aberrazioni (Belmont!).

Insomma, un luogo estirpato dai film della Hammer e della Universal, ma pure ibridato efficacemente dai cari e amati videogiochi. Le ambientazioni di Advanced Dungeons & Dragons nacquero per fornire ai DM validi appoggi, quindi anche per ovviare alle semplificazioni dei manuali base. Un vampiro non lo uccidevi con una spada di ferro, ma solo con… ma che sto dicendo, ovvio che lo sappiate.

Fact checking

Ho analizzato attentamente il trailer dell’attesissima seconda stagione mostrato durante il Super Bowl (no, non la coppa di Blood Bowl) e ho elaborato una teoria personale, unendo i frammenti delle immagini e parte della soundtrack, a mio avviso selezionata con estrema attenzione dalla coppia di insanabili fratelli.

Quelle che seguono, dunque, sono solo ipotesi, ma ovviamente vi esorto a non leggerle se temete spoiler, che pur non rivelandosi esatti, potrebbero compromettere la vostra fruizione nerdica della seconda stagione.

Al minuto 0:17 è possibile vedere distintamente, su una pila di fogli sparsi sulla scrivania di Will, un disegno piuttosto inquietante di un enorme mostro dalle fattezze di ragno, che sembra uscito da The Mist (non la serie TV).

Più celato, spunta anche un altro foglio, che sembra una pagina di un libro con un qualche strano simbolo. A una mia più attenta analisi, e con qualche conoscenza pregressa di storia di Advanced Dungeons & Dragons, è possibile riconoscere, la pagina 8/9 del manuale di ambientazione Ravenloft, del lontano 1983.

A pagina 8 del suddetto manuale, c’era una palese riscrittura del mito di Dracula, che si inserì all’interno dell’ambientazione gotica di Ravenloft: il celebre personaggio del conte Strahd Von Zarovich, ritornato in auge di recente con Curse of Strahd, avventura progettata per la quinta edizione di Advanced Dungeons & Dragons.

Concentriamoci ora sull’orrore cthulhoide che sia appare nel disegno appena citato, sia compare brevemente in carne e ossa (o qualunque cosa sia) sullo sfondo di una clip a dir poco apocalittica (al minuto 0:20).

Che anche questa nuova creatura abbia un proprio corrispettivo nel mondo di Dungeons & Dragons, come il demogorgone della prima stagione?

Dovete sapere che a Ravenloft esiste un mostro specifico che potrebbe ricordare il gigantesco orrore tentacolato che risucchia le energie vitali proprio come un… ehi, l’avete detto voi, non io, un vampiro.

Impossibile, poi, non notare, nelle poche sequenze messe a disposizione, un progressivo allontanamento del giovane Will dal mondo “terreno”. Qualcosa filtra dunque dal Sottosopra?

Non posso non pensare ad un collegamento. Al fatto che si veda un pezzetto del manuale di Ravenloft che guarda caso, eh, introduceva proprio la sua personale versione del conte Dracula, e non posso fare a meno di pensare che Stranger Things andrà in onda su Netflix ad Halloween, e che la musica di Thriller e la voce cavernosa di Vincent Price nel trailer confermano ogni mio ulteriore sentore.

Se poi quella cosa tentacoluta proviene direttamente dalla pagina n.118 del manuale di Ravenloft, sarà insomma“Il Guardiano del Dolore” il prossimo nemico dei ragazzi di Hawkins?

Indovinare esattamente quali elementi di questa ambientazione verranno richiamati è al momento purtroppo impossibile: potrebbe trattarsi di una nebbia mefitica giunta dal Sottosopra ad avvolgere la città. Una nebbia che, come da manuale, preannuncia la venuta del conte Strahd Von Zarovich o di una qualche creatura che risucchia l’energia vitale, oppure il resto del bestiario extra-dimensionale a cui apparteneva il demogorgone.

Ad ogni modo, lascio a voi ulteriori e debite considerazioni.

Manca poco, a breve non cammineremo più tra le ombre.

Questo articolo fa parte della Cover Story "Stranger Things e gli anni Ottanta", che trovate riepilogata a questo indirizzo.

Old! #228 – Ottobre 1987

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Racconti dall'ospizio #76: Portal - The cake is a lie

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