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The Darkside Detective: poliziotti, casi paranormali e tanta pixel art

The Darkside Detective: poliziotti, casi paranormali e tanta pixel art

Parafrasando un noto campione di sci del passato, “chi mi conosce lo sa”, i giochi in pixel art, soprattutto quelli con dei quadrati belli grossi, mi piacciono, e non poco. Sarà che mi ricordano la gioventù in compagnia del Commmodore 64, sarà che solitamente sono ottimi in generale (vedere alla voce The Last Door), vai a sapere, ma quando mi ritrovo davanti ad un titolo con un’impostazione grafica di questo tipo mi ritrovo a sorridere con aria ebete. Il medesimo sorriso mi si è stampato sul volto appena ho avviato The Darkside Detective sul fido Nintendo Switch, che pian piano sta diventando, con mia grande sorpresa, la mia piattaforma preferita per i giochi indie. Il gioco dei ragazzi di Spooky Doorway era in realtà uscito per PC già nel 2017, ma solo da qualche giorno è disponibile sull’eShop per l’ibrido Nintendo.

The Darkside Detective è una classica avventura punta e clicca, con grafica in pixel art, appunto, che vede come protagonisti l’integerrimo detective Francis McQueen e il suo agente di supporto, il non sveglissimo Dooley. I due lavorano nel distretto di polizia di Twin Lakes City e sono assegnati all'ufficio Darkside Division. Già da questa brevissima descrizione, si può intuire che siamo davanti ad un gioco che non risparmia citazioni importanti, partendo appunto da X-Files, passando per i grandi autori horror americani del secolo scorso, arrivando a citazioni molto più videoludiche. Tutto il mood del gioco è decisamente puntato sulla battuta costante, sul  gioco di parole divertente e su personaggi al limite del grottesco.

La storia di The Darkside Detective è abbastanza lunga: il seme iniziale del gioco era stato piantato addirittura nel 2014 alla Galway Game Jam, con un demo sviluppato in otto ore. Ci è voluto un bel po’ di tempo perché quel primo prototipo diventasse il gioco che poi è stato pubblicato, ma per fortuna gli sviluppatori hanno perseverato.

Al contrario di quanto avvenga in quasi tutte le altre avventure grafiche, il buon McQueen e il suo fido scudiero affrontano sei casi separati tra di loro, come se si trattasse di sei piccoli mini avventure. I rimandi tra un caso e l’altro ci sono e proseguendo con le investigazioni più avanzate ritroviamo personaggi e oggetti già incontrati in quelle precedenti, ma non si tratta comunque di una trama unica. Per poter avanzare con i casi successivi, è necessario risolvere quello precedente e sin da subito sono comunque disponibili i primi due fascicoli. Anche i nomi di questi ultimi sono a loro volta citazioni, come per esempio Malice in Wonderland o Tome Alone. Svelare gli altri titoli o alcuni incontri illustri che avvengono durante l’avventura significherebbe togliere parte del piacere di giocare a The Darkside Detective. Ovviamente, vista la sezione dove sono relegati i due, le varie investigazioni hanno a che fare con situazioni soprannaturali, mostri, fantasmi et simillia.

E qui veniamo al punto forse più debole del gioco di Spooky Doorway: la longevità e la difficoltà. È evidente che gli sviluppatori hanno voluto creare un gioco un po’ per tutti e il livello di sfida è tarato verso il basso. Non siamo di fronte alla complessità di un Thimbleweed Park, assolutamente, ed è importante saperlo, in quanto un appassionato di avventure grafiche troverà The Darkside Detective veramente facilissimo. Come concetto di avventura siamo più dalle parti di The Last Door, appunto, ovviamente con le rispettive differenze di stile narrativo. La facilità di base rende anche la durata complessiva dell’avventura non eccessiva. Il tutto si completa facilmente in quattro ore circa, con la durata dei singoli casi che aumenta man mano che li sblocchiamo. Il primo, per esempio, Malice in Wonderland, è quasi un tutorial e dura poco più di un quarto d’ora.

Però, il bello di The Darkside Detective non è il rimanere bloccati su un enigma particolarmente ostico e poi risolverlo, o il convincere un determinato personaggio a fare qualcosa con una sequenza particolare di frasi. No, qui siamo davanti a un gioco che ci vuole divertire con le sue situazioni surreali e i suoi personaggi spassosi e consiglio vivamente di non tralasciare nessun dialogo, nessun oggetto, di provare tutto, perché solo in questo modo ci si può godere tutto il pacchetto di battute e citazioni che il gioco offre.

Su Switch, il gioco non ha ovviamente alcun problema a  girare in maniera ottima e come metodo di controllo possono essere usati sia le levette analogiche e i pulsanti, che ovviamente servono a muovere il cursore (freccia/lente di ingrandimento/fumetto) su schermo e a selezionare le azioni, oppure il touch screen. In entrambi i casi funziona tutto molto bene, anche se alla fine, per comodità, mi sono ritrovato ad usare solo i Joy-Con. Anche scartabellando nella pagina delle opzioni, per altro, sono presenti delle chicche, come la qualità della grafica che può essere “High Def”, “Virtual Reality“ o “Your Machine Can't Run This”... e in realtà non cambia assolutamente nulla.

The Darkside Detective è una simpatica avventura grafica, realizzata ottimamente, che pecca un po’ per longevità e difficoltà, ma centra a mio parere in pieno l’obiettivo che gli sviluppatori si erano dati, ovvero offrire al pubblico una sorta di commedia poliziesca infarcita di soprannaturale e di battute, che chi ha un certo background può sicuramente apprezzare.

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Ho giocato a The Darkside Detective grazie ad un codice per il download inviatoci dallo sviluppatore. Ho impiegato circa quattro ore e mezza per completare i sei casi disponibili e rimango in attesa del settimo caso, in arrivo su Switch a breve, già disponibile per la versione PC, che dovrebbe esser distribuito come DLC gratuito. Il gioco è disponibile solo con testo in inglese, non è doppiato, ed è un po’ un peccato, perché sarebbe stato molto carino avere anche delle voci in tema con il resto del titolo.

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