GRIDD: Retroenhanced - Ci stanno tracciando, STACCA STACCA!
In principio fu Far Cry 3: Blood Dragon a portare alla ribalta la versione cafona e fluorescente degli anni ‘80. Griglie blu e viola fluo su sfondo scuro, ghosting e luci esagerate dappertutto, finto tracking e smagnetizzazione da VHS, colonna sonora tutta synth, pessime e stucchevoli battute da film d’azione... fortuna che il gioco era dannatamente divertente. Il titolo di Ubisoft è stato pioniere in questo tipo di approccio stilistico a metà fra parodia e nostalgia, scatenando però a catena, come spesso succede, una pletora di emuli dai risultati altalenanti.
Personalmente, sono ormai arrivato al punto di associare questo tipo di cifra stilistica a una certa pigrizia nel design artistico: va bene la nostalgia, va bene che è indubbiamente molto figo, ma a un certo punto anche basta. Riusciranno i ragazzi italiani di Anteb Studio, con il loro GRIDD: Retroenhanced, a farmi cambiare idea? Ho potuto provare il gioco in anteprima, ancora nelle fasi alpha di sviluppo, e ho deciso di chiacchierarne un po’ per mostrarvi cosa ha in serbo per noi.
GRIDD: Retroenhanced è uno shoot-em-up su rotaie in cui bisogna farsi strada, attraverso le autostrade cibernetiche di un non meglio identificato mainframe, a colpi di laser e schivate all’ultimo secondo. A ostacolarci ci sono firewall e ogni sorta di diavoleria à la Tron, che bisogna abbattere per poter proseguire la corsa verso il cuore del sistema. Il gioco è molto semplice e immediato, si controlla bene e offre una buona varietà di nemici e power-up. Particolarmente interessanti alcuni momenti ragionati, quasi da puzzle, in cui più che sparare all’impazzata è necessario capire come esporre i punti deboli del nemico.
Al momento il gioco ha una modalità storia che è possibile terminare in poco tempo, ma con una buona curva di difficoltà, conclusa la quale è possibile sbloccare la modalità infinita, che sembra rappresentare il nucleo dell’esperienza e in cui è necessario racimolare più punti possibile, prima della nostra inevitabile dipartita, grazie a un classico sistema di moltiplicatori del punteggio.
Fin dal menu, l’impostazione stilistica è chiara e si rifà all’immaginario fantascientifico da hacker anni ‘80: colori neon super saturi, caratteri monospace e una griglia infinita da far invidia all’Hackerman di Kung Fury o all’Elliot di Mr. Robot (il riferimento è solo una scusa per permettermi di usare l'immagine che vedete a destra). Non può ovviamente mancare una colonna sonora synth-wave pregevole ma al momento un po’ ripetitiva, che però è un problema comune a tutto il genere.
GRIDD: Retroenhanced sembra già in grado di tener fede, pur in questo stato prototipale, a quanto si prefigge di fare, fornendo un gameplay non esattamente rivoluzionario ma tutto sommato divertente, immediato e dal feeling puramente arcade. Se racimolare punti è il vostro pane quotidiano, tenete d’occhio il gioco di Anteb Studio.