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Big Little Lies è un eccentrico manuale di pedagogia

Big Little Lies è un eccentrico manuale di pedagogia

Non voglio fare il ruffiano, ci mancherebbe, però, andando a memoria, vorrei citare una cosa che giopep disse in uno dei tanti episodi di Outcast Popcorn: “Beh, sì, diverse personalità del cinema stanno convergendo verso le serie TV, vero, però i matti che si dedicano anima e corpo sono pochi, tipo lì, quel pazzo di Soderbergh con The Knick. Gli altri, invece, girano il pilot, lasciano la loro firma fra i produttori esecutivi e poi si dileguano, chi si è visto si è visto”. Sacrosanto. Fortunatamente per tutti noi, tuttavia, quei matti iniziano a essere sempre di più. Nella fattispecie, a questa lista va aggiunto Jean-Marc Vallée, regista salito alla ribalta con Dallas Buyers Club che ha firmato, sorretto da un cast della madonna, tutte e sette le puntate di cui si compone Big Little Lies, l’ultimo gioiellino di casa HBO.

Prima, però, va spiegato il titolo di quest'articolo, che avrà sicuramente già stranito chi già conosce Big Little Lies: come mai si tratta di un eccentrico, e secondo me anche calzante, manuale di pedagogia? Perché tutte le protagoniste sono delle madri stronze, impiccione, superficiali e pure abbastanza deficienti; per essere più precisi, sarebbe dunque corretto definire Big Little Lies come “Un eccentrico manuale di pedagogia che ti spiega tutti gli errori che non dovrebbe fare ogni genitore (le madri soprattutto), facendoti vedere che sì, proprio quelle lì potrebbero essere le conseguenze”. Nel dettaglio, questa nuova miniserie di HBO narra di un tema, se vogliamo, anche abbastanza inflazionato, cioè tutto il marcio che c’è nell’alta borghesia americana, e incarnato, in questo caso, da una manciata di mamme che non si fanno i fatti loro e devono entrare a tutti i costi nella vita dei propri figli, anche nelle scaramucce fra bimbi delle scuole elementari. Una sorta di Desperate Housewife, insomma, ma griffato HBO. Tutto qui? Non proprio.

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Per farla breve, Big Little Lies è uno di quei prodotti seriali belli, sì, in cui si ha però la costante sensazione che non stia succedendo un bel nulla. Si tratta, appunto, delle grandi piccole bugie delle protagoniste, che vanno a inficiare i rapporti in un ecosistema compresso quale è l’ambientazione in questione: una cittadina di trentamila anime (dal reddito medio parecchio elevato) in cui, a conti fatti, tutti conoscono tutti. Il fil rouge che collega tutte le vicende è però esplicitato fin dai primi istanti, seppur sembri poi passare, con lo scorrere dei minuti, in secondo piano: l’omicidio di una persona. Non si sa né chi, né come, né perché. Un pretesto utilizzato dagli autori per ricamare un tipo di narrazione che si pone su più livelli temporali: da un lato ci sono infatti i testimoni che, dopo l’omicidio, si lasciano andare a una miriade di considerazioni su quelle che, si deduce, siano le sospettate/vittime della serie TV, costruendo quindi una sorta di behind the scene a telefilm in corsa, commentando indirettamente certi atteggiamenti dei personaggi a schermo; e parallelamente, poi, vengono narrate appunto le vicende, antecedenti all’assassinio, delle protagoniste della serie.

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Protagoniste di tutto rispetto, tra l’altro. Tre su tutte, le principali: Reese Witherspoon, che ha già lavorato con Vallée per Wild, Shailene Woodley, salita di recente alle luci della ribalta soprattutto per la saga di Divergent, e Nicole Kidman, mio personale sogno infantile. Tutte bonissime, soprattutto Nicole Kidman, invecchiata benissimo. Bonissime ma anche bravissime, e affiancate da un cast di volti abbastanza noti. Jean-Marc Vallée, poi, riesce a ritrarre magnificamente l’apparentemente nulla che viene narrato a schermo. Resta però da vedere come il regista canadese riuscirà a rendere, sul lungo periodo, una serie TV che, almeno da questo pilot, per quanto bella da vedere, sembra aver poco da dire in termini di script.

Ho visto Big Little Lies in anteprima e rigorosamente in lingua originale. Questa sera, alle 21.15 su Sky Atlantic (canale 110 di Sky), potrete godervi la versione doppiata in italiano – anche se ipotizzo che dal decoder di Sky si possa cambiare in diretta la lingua. Fra le altre cose, probabilmente l’episodio sarà poi disponibile anche su NowTv, ma non ho certezze sulla sua permanenza all’interno del catalogo dell’internet TV di Sky.

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