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Bulli a confronto

Bulli a confronto

Concrete Genie e Joker possono avere punti di contatto? Forse sì, forse no, ma è indubbio che io abbia passato gran parte del gioco di Sony a pensare a come il bullismo sia rappresentato in modo tanto diverso. Cinema e videogioco parlano lingue tanto diverse? Non credo, penso più che sia più il pubblico di riferimento a dettare approcci quasi opposti. Concrete Genie è, di fatto, una storia da cartoon Disney, mentre Joker è non solo un film per adulti, ma un film per adulti che hanno la voglia di pensare… anche dentro a un cinema.

I bulli di Concrete Genie sono ragazzini, fastidiose teste di cazzo ma pur sempre ragazzini e quindi fallibili e quindi perdonabili, e hanno alle spalle un passato già infelice. Il gioco non li giustifica, lo dice chiaramente, proprio per evitare dubbi, nel corso dell’avventura, ma in fondo li giustifica eccome. Sono vittime prima che carnefici e sono ancora abbastanza giovani per non capire quello che stanno facendo. Possono ancora cambiare, diventare migliori.

I bulli di Joker sono di ogni tipo. Ci sono i ragazzini di Concrete Genie, cresciuti in una città allo sbando e forse incapaci di riconoscere tra il divertente e lo sbagliato, e poi ci sono gli adulti di Wall Street, fastidiose teste di cazzo con istruzione e soldi alle spalle sufficienti per sapere benissimo cosa sia sbagliato. Sono carnefici, non vittime, e questo a prescindere da quanto Gotham li stia logorando. E poi c’è De Niro, anche lui un bullo, certo, che sacrifica chiunque per lo show, per lo spettacolo, come noi che trasformiamo in meme ogni disgrazia del pianeta. Gli ultimi non possono cambiare, niente li renderà migliori, hanno persino perduto la cognizione del male che provocano.

Ma la grande differenza tra Concrete Genie e Joker è nell’atteggiamento del protagonista. Nel gioco, Ash vede i suoi aguzzini come vittime e decide di subire, o almeno di non reagire, perché diventerebbe egli stesso un bullo ed è sbagliato, non è questo il messaggio che vogliamo trasmettere ai nostri giovani. Joker è, invece, un personaggio reale: subisce solo perché non può fare altrimenti e nel mentre cova rancore finché non gli esplode letteralmente in faccia, finché non diventa un sorriso gigante che sterilizza il suo animo e lo rende incapace di provare empatia.

Ai bambini insegniamo continuamente cosa sia giusto e cosa sbagliato, a comportarsi nel modo più perfetto possibile, ma è Joker che dovrebbero guardare. Non saranno mai Ash, non subiranno per amore, ma potrebbero invece essere Joker ed è bene che sappiano cosa può diventare la rabbia. È bene che vedano negli occhi la frustrazione perdere il controllo, che abbiano paura di cosa può diventare una vittima. Perché, ma questa è solo la mia opinione, non è con i buoni sentimenti che si combatte il bullismo ma con le denunce.

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