Eagle Island è un gioco onesto
Eagle Island non è una Ferrari. Non vi sorprenderà con i suoi limiti di velocità, le sue accelerazioni e il rombo del suo motore, Eagle Island è un usato garantito, affidabile, però, che si prende tutto il tempo di cui ha bisogno per fare le sue cosine ma che, col sorriso sulle labbra, ti pugnala continuamente e sadicamente a morte.
Insieme al suo gufo tuttofare, il protagonista entra in un dungeon, lo ripulisce per benino e alla fine si batte con il boss che è andato cercando tutto il tempo. Solo che i boss sono mediamente innocui e arrivarci non è mai troppo facile. O meglio, lo sarebbe pure: i nemici hanno attacchi leggibili, chiari, non sono mai troppo veloci e con un po’ di attenzione e pazienza è possibile sconfiggerli anche dalla distanza ma… non accadrà. Perché gli errori a disposizione sono pochi e ogni piccola distrazione si paga a cara prezzo. È la tranquillità che vi accompagna per gran parte del tempo a rendere così mortali i momenti più concitati, quella costante sensazione di potenza e invulnerabilità a rendervi così distratti.
Dungeon dopo dungeon (procedurali, brevi, ma che dovrete ricominciare dall’inizio dopo ogni sconfitta) vi farete strada attraverso la trama principale che, con quattro pagliacciate in croce, riesce pure a regalare qualche emozione. Trama principale che presenta scontri con boss sicuramente più interessante di quelli, tanti, che incontrerete alla fine di ogni dungeon. Belli da vedere, per carità, ma con pattern troppo banali e punti deboli troppo marchiani per considerarsi una vera sfida per il giocatore. La sensazione è che si sia scelta questa via per non appesantire troppo il livello di sfida ma probabilmente ogni fastidio si sarebbe risolto facilmente con dei chekpoint piazzati prima degli scontri finali. Ed è un peccato, perché, quando si impegna, i duelli non sono affatto banali.
Eagle Island non è un action, non è un platform e il termine metroidvania sarebbe probabilmente usato in modo improprio. Ma è un’avventura onesta, rifinita e che può divertire molto se si ha la voglia di digerire il suo ritmo così flemmatico e innaturale. Bisogna aver la voglia di scoprire i suoi tanti nemici, di studiarne i movimenti, e di colpire solo al momento giusto, senza rischi, quando si è certi di non sbagliare nulla. Serve tattica, pianificazione e piena conoscenza dei propri mezzi ma allora sì che saprà ripagarvi con qualche ora di sano, umile, ma inattaccabile divertimento.