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eXistenZ #29 – Angry Video Game Nerd: The Movie

eXistenZ #29 – Angry Video Game Nerd: The Movie

eXistenZ è la nostra rubrica in cui si chiacchiera del rapporto fra videogiochi e cinema, infilandoci in mezzo anche po' qualsiasi altra cosa ci passi per la testa e sia anche solo vagamente attinente. Si chiama eXistenZ perché quell'altro film di Cronenberg ce lo siamo bruciato e perché a dirla tutta è questo quello che parla proprio di videogiochi.

Ho seri dubbi sulla necessità di spiegare a chi legge Outcast chi sia l'Angry Video Game Nerd ma, insomma, vai a sapere. E poi comunque un po' di sano copia, incolla, riarrangia & traduci da Wikipedia è il modo migliore per cominciare un articolo secondo il manuale del giornalista moderno. Procediamo, quindi. James Rolfe è, fondamentalmente, uno dei primi youtuber videoludici della storia, o almeno credo. Di sicuro, quando ha cominciato a realizzare i suoi video, inizialmente per puro divertimento personale, il termine youtuber non era proprio sulla bocca di tutti come oggi. Stiamo parlando del lontano 2004, per capirci, quando il nostro giovane Rolfe inizia a creare il personaggio che gli regalerà fama eterna nel regno dell'internet e pure un momento di notorietà a tutto tondo alla prima esplosione virale di un suo video.

Prendo anche la foto da Wikipedia, per completezza.

Prendo anche la foto da Wikipedia, per completezza.

Il personaggio lo conoscete sicuramente, è quello del nerdacchione che si mette a giocare e recensire i giochi più infami, frustranti, bastardi e quasi sempre brutti come la fame risalenti agli anni Ottanta e ai primi Novanta. Inizialmente si chiama Angry Nintendo Nerd, ma il nome viene poi cambiato appunto in Angry Video Game Nerd per evitare casini di copyright, ché Nintendo tende sempre ad essere un po' aggressiva. E da lì in poi finiscono nelle sue grinfie diverse macchine di quegli anni. Nel tempo più elaborati, ma sempre all'insegna del trash, gli episodi della serie mostrano il Nerd alle prese con i personaggi stessi dei videogiochi, oltre che con litri e litri di birra e conseguenti visioni mistiche, fino all'apice dell'episodio dedicato a caro, vecchio, R.O.B. di nessiana memoria.

Quanto al Nerd, al di là dell'alcolismo represso, a caratterizzarlo sono soprattutto gli scatti d'ira, i monologhi in cui si lancia per descrivere lo schifo dei giochi che prova e un linguaggio particolarmente sboccato e denso di elaborate metafore. Oggi, a fine 2014, il canale YouTube del nerd può vantare un milione e mezzo di iscritti e svariati milioni di visualizzazioni per i suoi oltre cento video, che sono stati pure pubblicati in sette DVD. Sono numeri che non fanno più paura – voglio dire, PewDiePie fa trenta milioni – ma insomma, sono comunque numeri. Buttali. Ma perché sto facendo tutta questa introduzione dopo aver scritto che non serve farla? Semplice: perché che cacchio vuoi scrivere, su quella cretinata di Angry Video Game Nerd: The Movie?

Fra gli eterni sogni nel cassetto del nostro amico Rolfe, c'è quello di diventare un regista serio. Uno di quelli che con i film ci campano. E i suoi progetti per un film sul personaggio dell'Angry Video Game Nerd risalgono addirittura al 2006. Nel 2012, però, dopo aver raccolto i fondi necessari tramite una campagna su Indiegogo che ha raccattato quasi cinque volte la somma richiesta, Rolfe decide di trascurare un po' la produzione di episodi per il canale YouTube al fine di dedicarsi anima e corpo alla realizzazione del film, arrivando a terminare la produzione lo scorso dicembre. E a inizio settembre, dopo essersi fatto un paio di festival, Angry Video Game Nerd: The Movie è uscito tramite distribuzione digitale, per il momento solo su Vimeo. E com'è? Eh, com'è. Immagino la risposta stia anche un po' nelle aspettative.

Il manifesto del film.

Il manifesto del film.

La storia ha un po' un approccio in stile Wayne's World e racconta dell'avventura in cui viene coinvolto il Nerd nel tentativo di scoprire il mistero celato dietro alle cartucce di Eee Tee che la leggenda narra essere state sepolte nel deserto dalle parti di Alamogordo. Wink Wink. Ne viene fuori una narrazione sfilacciata, messa assieme un po' a caso, che coinvolge militari dementi, avidi publisher di videogiochi, un paio di gnocche, Howard Scott Warshaw, un vero alieno e un robot gigante che scatena il panico in giro per gli Stati Uniti. È un delirio ed è un delirio assemblato con lo spirito di chi vuole fare un film di serie B che sia consapevole d'esserlo. C'è insomma quello spirito della trashata che non si vergogna di sé stessa e mostra anzi tanto amore per un certo tipo di cinema, infarcendo lo schermo di effetti speciali “fisici” e citazioni in ogni dove. A modo suo, certo, è adorabile.

Il problema è che è anche un film eccessivamente tirato per le lunghe, pieno di scene in cui si vede solo gente che recita (male) dialoghi (bruttarelli) nel tentativo di raccontare una storia (scema) o di far ridere con gag che (con qualche sorprendente eccezione) non fanno ridere. E quindi, insomma, alla fine ci arrivi a fatica e tutto sommato rimani un po' così, anche perché un conto è apprezzare lo spirito della cosa, ben diverso è perdonare ogni ingenuità e ignorare tutti i limiti in nome dello stesso. Insomma, diciamo che – se devo basarmi sui risultati – preferisco decisamente il James Rolfe che fa lo scemo nei video su internet rispetto al James Rolfe che cerca di rilanciarsi come sceneggiatore e regista cinematografico. Poi, per carità, va pure detto che il film non si rivolge a me. Io i soldi su Indiegogo mica glie li ho dati. Però l'ho comprato su Vimeo. Mh, mi sa che sono un fesso.

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