Old! #150 – Febbraio 2006
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
Il 2 febbraio del 2006 si manifesta dalle nostre parti We Love Katamari per PlayStation 2, secondo e ultimo episodio della serie Namco Bandai a vedere la partecipazione diretta di Keita Takahashi, prodotto a seguito del successo riscosso a sorpresa da quella follia di Katamari Damacy. Chiaramente, tutto rimane altrettanto folle, con una storia che racconta di re e principe del cosmo intenti ad accontentare le richieste dei propri fan e un gameplay sempre incentrato sulla raccolta di porcherie tramite rotolamento insistito. Anche questo seguito riscuote il suo bel successo e non a caso la serie andrà avanti a lungo fra console portatili, piattaforme mobili e anche qualche saltuario ritorno tra le pareti casalinghe.
Cinque giorni dopo si manifesta su Nintendo DS la conversione del primo Resident Evil, sottotitolata Deadly Silence perché tutto su DS deve avere la D e la S nel titolo. Prodotto per celebrare il decimo anniversario della serie, il gioco include sia un remake molto fedele, con pochissime aggiunte lato touch, sia una versione ben più riarrangiata sul piano delle funzionalità per lo schermo “basso”. Non mancano comunque alcuni ritocchi figli dell'epoca, per esempio con l'introduzione della mossa a 180° di Resident Evil 3 e di un paio di elementi dal sistema di combattimento di Resident Evil 4. E c'è pure una nuova sezione multiplayer, che propone modalità cooperative e competitive.
Il 10 febbraio esce Death Jr., gioco per PSP su cui Sony se l'era abbaiata tantissimo, sperando di avere per le mani una killer application. Fa cacare.
Non va eccessivamente meglio con Stubbs the Zombie in Rebel Without a Pulse, pubblicato lo stesso giorno in Europa per Xbox, ma insomma, quantomeno il gioco dello sfortunato team Wideload ha un bello spirito dissacrante e regala qualche ora di divertimento scemotto a tema horror. O forse è che su Xbox facevamo come ai tempi dell'Amiga e ci costringevamo ad apprezzare roba che su altre macchine non avremmo degnato di uno sguardo. O forse lo facevo solo io. Non lo so, chiedete a Pocoto.
Va un po' meglio il 17 febbraio, non tanto per Super Monkey Ball Touch & Roll, quanto per – rullo di tamburi – Shadow of the Colossus. Il secondo (e, dieci anni dopo, ancora ultimo) gioco del Team Ico arriva finalmente anche sulle PlayStation 2 europee e si porta dietro tutto il carico dirompente che lo trasformerà in un cult adorato da grandi e piccini, come e più del precedente Ico. Dalla sua ha una forza evocativa con pochi pari, delle idee di gioco dirompenti e la capacità di colpire al cuore anche il giocatore più scafato, scatenando riflessioni, pippe mentali e slanci d'amore. Forse non un gioco in grado di accontentare tutti, ma certamente uno fra i punti più alti raggiunti in quella generazione di console. In attesa del topone.
E, a proposito di cult che dieci anni dopo ancora non godranno di un seguito, il 24 febbraio 2006 arriva dalle nostre parti anche quella bomba di Black, sparatutto in prima persona sviluppato da Criterion in una delle sue rarissime puntate fuori dal mondo dei racing game. Distruzione a manetta, un po' guidata ma in una maniera che tutto sommato, per i tempi, è comprensibile, azione sfrenata, spirito brillante, tono costantemente sopra le righe e divertimento sfrenato. Black è una bomba e, tutto sommato, fatta la tara agli elementi che invecchiano per forza, è una bomba che invecchierà molto bene.