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Realismo e commozione con Evochron: Legacy

Realismo e commozione con Evochron: Legacy

Nel campo dei giochi ambientati nello spazio, ci sono sempre state due grandi filosofie: il gioco d'azione, che offre situazioni al cardiopalma e laser che volano ovunque, e la simulazione. Talvolta capita vi siano tentativi di riunire i due generi, come nel riuscito esperimento di Freelancer, ormai quasi introvabile, ma la regola delle due filosofie è valida quasi sempre.

Con Evochron - Legacy, non ci può essere un reale dubbio su quale dei due sottogeneri questo abbracci: tra la fisica newtoniana fedelmente riprodotta e la maniacale simulazione della gestione dei sistemi di bordo, è chiaro che il tentativo dello sviluppatore sia stato quello di creare un'esperienza quanto più possibile vicina a ciò che sarebbe realmente il pilotare un'astronave in un futuro remoto.

Ed è qui, precisamente qui, che tengo a fare una considerazione assolutamente personale. Nell'epoca in cui viviamo, è assai difficile che qualcuno di noi possa sperimentare la reale esplorazione spaziale. Forse potremo leggere da anziani le avventure di coraggiosi cosmonauti alla conquista di Marte, forse, ma è purtroppo certo che non potremo mai vivere in prima persona la conquista dell'ultima vera frontiera del creato: lo spazio. Quando mi sono avvicinato a Evochron, ancora più che in Elite, mi sono bloccato e mi sono reso conto che probabilmente non ci andrò mai più vicino di così. Che probabilmente l'esperienza di Evochron: Legacy è quanto di più vicino a come sarebbe realmente "stare li" e vivere da uomo di frontiera nell'infinito cosmo, a cercare di sopravvivere commerciando, lavorando, facendo lavori più o meno degni d'onore e stima pur di mantenere la propria nave e arrivare a mantenere la propria vita. I propri sogni. Mi sono ritrovato, mio malgrado, a rimanere senza fiato e con gli occhi lucidi. Non arriverò mai più vicino di così al sogno di esplorare lo spazio, seguendone le leggi reali, preoccupandomi di ciò di cui si preoccuperebbe un pilota reale.

E scusate se è poco.

Non so neanche bene da dove iniziare a parlare di questo giooco, se dalla fisica fedelmente riprodotta, che permette di passare dal volo spaziale a quello atmosferico senza interruzione, facendo attenzione all'attrito con l'atmosfera (che aumenta avvicinandosi al suolo!) e al fatto che scendendo in atmosfera si viene di fatto catturati dal movimento di rotazione del pianeta, che quindi manda a quel paese il sistema di calcolo di coordinate spaziali, costringendo il computer di bordo a ricalibrare ogni cosa (e tutto questo viene descritto nel dettaglio nel tutorial di gioco).

Osservando con attenzione si può notare la condensa generata dal sudore negli occhi del pilota.

Osservando con attenzione si può notare la condensa generata dal sudore negli occhi del pilota.

Non saprei se iniziare parlando della situazione politica, che offre un interessante stato di guerra, con ampie porzioni di galassia che però vivono completamente in pace. Non saprei se analizzare l'enorme libertà che viene lasciata nel muoversi e nell'agire, prendendo lavori che vanno dallo spazzino spaziale (non scherzo, un paio di volte mi hanno chiesto di pulire i pannelli solari che dovevano alimentare alcune stazioni) a fare il pilota da corsa, sfrecciando alla massima velocità possibile in stretti anelli per guadagnare qualche decina di migliaia di crediti, che serviranno poi a comprare un'arma migliore.

Non mancano situazioni al cardiopalma, come quando un pianeta manda un segnale d'emergenza perché una pioggia di meteoriti sta per devastarne una città, e bisogna gettarsi in un folle rientro in atmosfera inseguendo i meteoriti e cercando di distruggerli con le armi di bordo prima che questi distruggano infrastrutture che di conseguenza danneggerebbero le capacità commerciali dell'intero settore galattico (per non parlare dei milioni di vittime che comporterebbe un eventuale fallimento nella distruzione degli asteroidi).

Evochron è questo e mille altre cose, cercare di descriverlo appieno sarebbe come cercare di descrivere la vita di una persona. Non essendo io Joyce col suo Ulisse, né avendo a disposizione il suo quantitativo di caratteri e pagine, mi limito a a dire questo: se avete mai provato il sogno di superare la frontiera dell'infinito, se avete mai desiderato provare a vedere come sia davvero guardare in una finestra aperta a un futuro probabile... Evochron lo permette.

Ed è pieno di cose che esplodono.

Ed è pieno di cose che esplodono.

Al tempo stesso, però, trovo doveroso segnalare che il livello di complessità è notevole. Il sistema di volo è molto simile, per chi lo ha provato, a quello di Elite, ma il consumo di carburante è molto più alto e anche il costo dei rifornimenti si fa decisamente più sensibile. La simulazione fisica, una volta disattivato il sistema di aiuto del computer di bordo, è pressoché assoluta, e permette di lanciarsi in un orbita bassa attorno a un pianeta, spegnere i motori, venire catturati dalla gravità del pianeta e quindi attirati fino a schiantarsi sulla superficie. Va da se che è un gioco che richiede tempo e impegno per essere conosciuto, ma segnalo pure che nel gioco è presente uno dei tutorial più completi e meglio fatti che si possa avere il piacere di provare.

Se si riesce a impegnarsi quel minimo per imparare le basi del gioco, se si riesce a salire "a bordo" della nave e se si ha la giusta mentalità e il giusto amore per lo spazio... questo è un gioco capace di tenere impegnati per anni. Forse decenni.

Un'ultima considerazione che in parte trovo scontata ma che faccio per completezza e onestà: il gioco è completamente in inglese e l'uso di un joystick decente è caldamente consigliato.

Ciao, sono il Maderna. Il Giongiani s'è dimenticato di allegare un titolo, delle didascalie e questa simpatica parte in corsivo qua sotto, quindi ci ho pensato io. A giudicare dalla passione con cui si è proposto per questa recensione e ha poi scritto l'articolo, do per scontato che si sia comprato il gioco e ci abbia trascorso sopra decine di ore. 

Old! #150 – Febbraio 2006

Old! #150 – Febbraio 2006

SUPERHOT: so hot right now

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