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Stewart Copeland e la colonna sonora di Spyro

Stewart Copeland e la colonna sonora di Spyro

Avere sette anni nel 1998, anno d’uscita di Spyro the Dragon, ti permette sì di giocarci, finirlo, ri-finirlo e controfinirlo, ma alcune chicche della produzione Insomniac Games non sei realmente in grado di assimilarle. Puoi apprezzare alcune scelte sul lato visivo o del gameplay - senza, per la maggior parte delle persone, alcuna capacità critica - ma delle perle come la colonna sonora le noti di sfuggita, o proprio non ci fai caso. Peccato, perché chi ha curato la parte musicale dell’intera trilogia di Spyro, ora tornata sugli scaffali con Spyro Reignited Trilogy, è un certo Stewart Copeland, meglio conosciuto al mondo - sfortunatamente - come il-batterista-dei-Police.

Tralasciando una spiegazione su chi siano i The Police - chi non dovesse saperlo può cercare il nome su Spotify e, tra un pezzo trap e raggaeton, ascoltare della musica - è interessante il fatto che un batterista di fama internazionale, con anni di carriera alle spalle, abbia accettato di buon grado il ruolo di compositore per la colonna sonora di uno di quei “giochi elettronici” che spesso vengono additati come frutto del demonio; ma Stewart Copeland non è un musicista normale. Per dare un’idea della sua personalità, basta dire che, dopo aver fatto la storia con i The Police, ha: firmato la colonna sonora di Rusty il selvaggio di Francis Ford Coppola e quella di Wall Street (Oliver Stone); suonato con Les Claypool; quasi suonato con i The Doors per sostituire il momentaneamente indisponibile John Densmore; ottenuto la cittadinanza onoraria di Melpignano per il suo contributo alla Notte della Taranta; fondato il progetto Gizmo, di cui fa parte Vittorio Cosma, ora famoso - sfortunatamente, vol. 2 - come quello-che-ha-preso-il-posto-di-Rocco-Tanica negli Elio e le Storie Tese.

Sicuramente, questa poliedricità gli ha permesso di diventare il musicista di fama mondiale che è adesso, ma soprattutto ha fatto sì che la colonna sonora della trilogia di Spyro, diventata ormai maggiorenne, finisse per essere una produzione nota anche nel mondo musicale. Questo obiettivo non è facile da raggiungere, ma se al talento e al genio unisci un vero interesse per il prodotto su cui stai lavorando, il gioco è fatto.

Non è un caso se Copeland, durante tutto il periodo in cui lavorò su Spyro the Dragon, mostrò questo interesse fin dal primo giorno, abbracciando caldamente il progetto. Ad esempio, durante la stesura della colonna sonora, giocò più e più volte al titolo ancora in sviluppo, quasi dimenticandosi della musica da comporre, semplicemente per riuscire a completare un livello al 100%. Queste sessioni di gameplay intenso non furono sporadiche, fatte ad esempio ogni tanto a casa con la famiglia o da qualche altra parte, furono invece una precisa parte del processo creativo, dando così un grande contributo all’interno dello studio di registrazione. Copeland, difatti, per poter lavorare al meglio, ebbe la possibilità di inserire in questo studio uno schermo con PlayStation esattamente sopra alla sua fidata tastiera (una Kurzweil K2500x), compagna di lavoro e principale strumento di creazione musicale.

Come se non bastasse, a queste ore passate da solo davanti allo schermo, una volta uscito il gioco, si sommarono anche innumerevoli pomeriggi in salotto, trascorsi con l’intera famiglia a cercare gemme e completare i livelli di Spyro the Dragon al 100%, come dichiarato all’interno dell’intervista rilasciata a Games™.

Mentre stavo lavorando a Spyro, ero nel momento d’oro della mia vita famigliare. Era un periodo in cui i miei figli erano abbastanza adulti e le mie figlie abbastanza giovani per sederci tutti davanti alla TV e giocare assieme. […] Spyro è stato un vero colpo di fortuna. La grafica era impressionante, il gameplay accattivante e la miglior parte per me è stato che ho dovuto giocare con la mia famiglia ascoltando la mia stessa musica!
— Stewart Copeland su GamesTM

La stessa situazione, sia di lavoro che ludica, si è fortunatamente ripetuta con i due successivi episodi usciti per PlayStation, ma anche per il da lui non tanto amato Spyro: Enter the Dragonfly (GameCube, PlayStation 2). Per questa produzione, che vide cambiato lo studio di sviluppo, sia il nuovo metodo lavorativo che alcune scelte artistiche - come lo Spyro cowboy nel Far West - non piacquero molto al batterista, facendo diventare così il quarto episodio del drago ex-Insomniac l’ultimo gioco per cui Copeland ha scritto la colonna sonora. L’ultimo fino a poco tempo fa.

Non si tratta di una breaking news, ma “Forse non tutti sanno che” la mano del batterista è presente anche in Spyro Reignited Trilogy, per cui è stato composto un tema principale completamente inedito.

Fortunatamente, per la nuova - se così si può definire - opera di Spyro, i ragazzi di Toys for Bob non si sono limitati ad inserire soltanto un nuovo brano, hanno invece fatto di meglio, ridando fuoco anche alla colonna sonora, che è stata completamente rimasterizzata per l’occasione. A questo intervento di “fonoplastica additiva” ha partecipato direttamente anche Stewart Copeland, seppur con un ruolo minore rispetto al passato. E la mano invisibile del batterista è ben distinguibile, dando quel tono in più alla composizione che le permette di far vedere i muscoli al pubblico, senza sfigurare rispetto all’incredibile restyling grafico che ha subito il caro Spyro.

Come sempre accade, ci sarà qualche nostalgico reazionario delle opere originali, pronto a lamentarsi di qualsiasi cosa perché il “si stava meglio quando si stava peggio” è un evergreen. Quindi, per evitare futili polemiche, nella riedizione uscita da poco sugli scaffali è presente una piccola chicca: la possibilità di cambiare tra colonna sonora originale e rimasterizzata con la semplice pressione di un tasto. Non si tratta certamente di una trovata geniale o capace di piegare lo spaziotempo, ma potersi fare un’idea della grande differenza tra le due composizioni, oppure semplicemente poter riassaporare le sonorità di quando si giocava a Spyro davanti alla PlayStation collegata a un tubo catodico, non è un’opzione da criticare, anzi.

Tutte queste buone - se non ottime - notizie sono state annunciate qualche mese prima dell’uscita del gioco, durante un panel dedicato a Spyro all’interno del San Diego Comic-Con, direttamente da Copeland stesso e alcuni membri del team di sviluppo. Ma quello che in pochi sanno, e che sfortunatamente non è stato comunicato con la giusta attenzione, è ciò che avverrà nel 2019: Stewart Copeland suonerà la colonna sonora di Spyro assieme ad un’orchestra. Durante un tour.

Detta così, sembra il classico titolo arraffa clic da home page dei quotidiani online (e un po’ lo è), dato che il tour sarà dedicato alle varie colonne sonore create dal batterista statunitense, assieme ad alcuni brani dei The Police, ma, come detto ai microfoni di Cinelinx, all’interno di ognuno di questi concerti sarà presente uno spazio dedicato al drago viola raccoglitore seriale di gemme. Che dire, dopo una convincente Spyro Reignited Trilogy a fine 2018, si può iniziare il 2019 nel migliore dei modi.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata a PlayStation Classic e alla prima PlayStation, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.

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