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A Hat In Time: amore e copricapi

A Hat In Time: amore e copricapi

Che A Hat In Time fosse un gioco bellissimo, l'ho intuito quando mi si è parato davanti il motivo trainante per tutta la vicenda che la trama porta avanti, ma ne parliamo dopo. Il platform game sviluppato da Gears for Breakfast (tramite campagna Kickstarter da 30.000 dollari giunta fino quasi a toccare i 300.000 bigliettoni) e distribuito da Humble Bundle su PlayStation 4, Xbox-One e PC racconta di una giovane ragazzina senza nome (Hat Kid, la “ragazzina col cappello”) che viaggia nel cosmo con la sua astronave, una sorta di casa volante, in rotta verso quello che molto probabilmente è il suo pianeta d'origine (del tutto simile alla Terra). A metà del viaggio, passando vicino a un pianeta, sente bussare a una delle finestre e trova un nerboruto signore pelato e baffuto che le urla di pagargli il pizzo. La ragazzina, difatti, si trova nei paraggi di Mafia Town (in A Hat In Time, come spesso accade negli universi narrativi ambientati nello spazio, un intero pianetino corrisponde sovente a una singola città) e il pizzo si paga anche se si vuole attraversare la fascia di transito spaziale che lo circonda.

La ragazzina rifiuta, il mafioso rompe il vetro e il gelido risucchio del cosmo si porta via tutto il carburante dell'astronave: clessidre magiche, che con il loro scorrere alimentano il mezzo. Parte così una lunga ricerca di tutte le clessidre disperse per i vari pianeti, per tornare a casa, iniziando proprio da Mafia Town, dove ci accoglie una bambina bionda vestita come cappuccetto rosso. Bionda, ma con dei bei baffi: si chiama proprio “Bambina Baffuta” (Mustache Girl) e vuole debellare la Mafia dal pianeta. Ci seguirà per tutta l'avventura e avremo modo di scoprire di più su di lei.

Hat Kid e Mustache Girl... dolcissime, vero? Possono comunque farvi un mazzo tanto, sappiatelo.

Come vi dicevo, questo incipit totalmente nonsense mi ha subito fatto capire cosa avevo davanti: A Hat In Time è un delirio dopo l'altro, un florilegio di situazioni assurde che si susseguono, in un mondo colorato che per molti versi mi ha ricordato la Delfinia di Super Mario Sunshine, come colori e atmosfera.

C'è ovviamente poi spazio per luoghi più tetri, come case infestate o vulcani (A Hat in Time offre quattro pianeti da esplorare, compresi un set cinematografico e un gruppo di isole volanti) ma l'atmosfera generale resta sempre di un puccioso che più puccioso non si puo'.

Ecco uno scorcio di Delfinia... pardon, di Mafia Town!

Ma cosa si fa in A Hat in Time? Si salta, si salta tantissimo; la protagonista ha dalla sua la possibilità di eseguire doppi salti, salti a muro e dash in aria che permettono di raggiungere le piattaforme più lontane, oltre che di salvarsi dalle cadute più ripide grazie al suo ombrellino/paracadute. E queste sono solo le abilità iniziali, perché è presente un sistema di compravendita, tramite il quale accrescere il proprio inventario e la propria lista di abilità. Qui esce fuori il significato dell'altra metà del titolo, visto che “Time” (tempo) si riferisce alle clessidre da raccogliere per far tornare operativa la nostra astronave, mentre “Hat” (cappello) indica il copricapo che la nostra eroina indossa. Fra l'altro, durante l'intero gioco potrà cambiarne diversi, che le doneranno varie abilità, tutte velocemente intercambiabili entrando nel menù e cambiando in tempo reale. Spesso, ad esempio, vi ritroverete a rimettere il cappello a tuba iniziale, che con un semplice clic può fare da navigatore, indicandovi il vostro prossimo obiettivo. Ci sono poi sotto-abilità, equipaggiabili sotto forma di spillette per i vari cappelli, seppur in numero limitato, quindi con una lieve forma di strategia e di preparazione per affrontare le varie situazioni nei vari mondi.

Subcon Forest offre scenari decisamente più sinistri che Mafia Town. L'ombra della foresta vi aspetta: se vorrete entrarci, dovrete siglare un misterioso patto con essa.

Ma come si acquistano abilità e quant'altro i mercanti vorranno offrirvi? Con sferette verdi che si possono raccogliere nei livelli, a centinaia, rappresentanti la vera e propria valuta del gioco. In effetti, c'è tantissima roba da raccogliere, in A Hat In Time. Quindi, oltre a delle bellissime sezioni platform e a qualche combattimento a suon di ombrellate, aspettatevi di raccogliere un sacco di roba sparsa per il mondo di gioco.

L'avventura si suddivide infatti, come detto prima, in quattro mondi, ognuno dei quali è costituito da una grossa area giocabile e completamente esplorabile. Proprio come nei Super Mario in 3D più classici (nello specifico, Super Mario 64 e il già citato Super Mario Sunshine), selezionando un diverso episodio prima di atterrare sul pianeta, cambierà quello che ci troveremo ad affrontare una volta atterrati, mutando il mondo di gioco (sarà notte piuttosto che giorno, pioverà e potremo infangarci oppure sarà soleggiato, saranno presenti alcuni nemici piuttosto che altri, cambieranno le quest che ci verranno proposte... ).

Ecco tutta Mafia Town, vista a volo d'uccello; immaginatela però riempita di pallini verdi e non solo, tutta roba pronta per essere raccolta.

Ogni episodio portato a termine ci donerà una clessidra (i pianeti si dividono in episodi platform puri e boss-fight che più classiche non si può, a base di schemi ripetuti da memorizzare fino a che si riesce a sconfiggere il boss senza subire alcun danno) ma altre le potremo trovare semplicemente girovagando per l'ambientazione, a volte nascoste, altre volte davanti ai nostri occhi ma raggiungibili solo aguzzando l'ingegno o banalmente cercando il muro giusto su cui rimbalzare.

Per fortuna, A Hat in Time gestisce tutto benissimo. La fisica dei salti è perfetta e le collisioni pure, i comandi sono super-reattivi e il gioco trasuda un'amore gigantesco per il genere, al netto forse di una telecamera non sempre precisissima, ma sempre libera e controllabile dal giocatore (forse nei luoghi più angusti avrei preferito una telecamera fissa, o quantomeno autoregolante, ma sono bazzecole). Il motore grafico gira una meraviglia in full-HD e a 60 fps granitici; non ho mai avvertito cali di frame-rate (ci ho giocato su PC, ma anche le versioni PlayStation 4 e Xbox One sono confermate con i 1080p e i 60 fps).

A Hat in Time è un piccolo tripudio di amore verso il genere platform, senza se e senza ma, perfetto soprattutto per chi cerca semplicità e immediatezza ma anche per una giusta sfida (la dolcezza in alcune fasi lascia tranquillamente spazio alla rabbia furiosa per i pattern di quel boss che non riesci ad imparare). Chapéu!

Ho giocato con A Hat in Time tramite un codice Steam fornitomi direttamente da Humble Bundle, portando a termine la trama principale in una decina di ore e con una percentuale globale di completamento pari circa al 60%. La mia ricerca delle clessidre non è finita del tutto, torno subito a dare una mano a Hat Kid e mi sento di dire ai completisti puri che il gioco può superare le venti ore, se l'obiettivo è il 100%. A Hat in Time è disponibile anche su PlayStation 4 e Xbox One.

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