Dark Crystal inquieta oggi più di ieri
Dark Crystal (The Dark Crystal in originale, che in America ci tengono agli articoli), nella mia memoria, è sempre stato il classico film da sabato pomeriggio su Italia 1, magari in estate, appena dopo pranzo, quando era troppo presto per uscire con gli amici delle elementari.
Un film senz'altro di culto, ma che non ha ovviamente lo stesso peso che hanno altri classici del genere come La Storia Infinita o Labyrinth, soprattutto fuori dagli Stati Uniti, soprattutto in Italia (c'è comunque una schiera di appassionati, quindi tu che stai leggendo e che lo sei non ti incazzare :D)
Quando si è trattato quindi di scrivere di Dark Crystal, è stato imperativo riguardarmelo, per vedere cosa oggi un quasi trentenne possa tirar fuori da un prodotto per ragazzini a cui non è sentimentalmente legato. La risposta? Del buono, del gran buono. Per chi non lo sapesse, Dark Crystal è un film senza attori, girato completamente con l'uso di marionette, pupazzi, animatroni, scritto da Jim Henson e diretto sempre da Henson assieme a Frank Oz. E stiamo parlando di due leggende degli effetti speciali, legate a qualsiasi tipo di creatura dovesse prendere vita al cinema nell'era pre-digitale (ricordiamo fra tutti La piccola bottega degli orrori, il già citato Labyrinth, ma soprattutto I Muppet, in cui Oz, ci tengo a dirlo, muoveva e dava vita tra gli altri a Miss Piggy, ed è una cosa a cui mi piace da matti pensare).
Tutto nasce dalla volontà, di Henson in particolare, di creare una fiaba che per atmosfere fosse vicina alle classiche dei Fratelli Grimm, prima di anni di edulcorazioni. Qualcosa quindi di oscuro, di poco accondiscendente verso i più piccoli, ma comunque diretto principalmente a loro, perché, cito testualmente, "è giusto che i bambini provino paura". E in effetti, riguardandolo oggi, è facile capire come, rispetto al morbidoso fortunadrago Falkor, gli schifosi Skeksis, avvoltoi mostruosi antropomorfi, abbiano avuto meno impatto sul grande pubblico. Dark Crystal è intriso di straniamento e inquietudine, a partire dal luogo decadente e ormai prossimo alla morte in cui si svolge: Thra, un mondo sorretto dalla forza vitale di un cristallo nero, pezzo più grande di una pietra andata distrutta mille anni prima del film.
Gli Skeksis, appunto, mostruosi e cattivi, governano sul mondo cercando di prolungare la loro vita con l'energia del cristallo, dopo aver soggiogato le razze più deboli e sterminatane addirittura una, quella dei Nelfling (del tutto simili agli Halfling di Dungeons & Dragons, piccoli umanoidi simili a elfi dei boschi), perché una profezia recita che uno di loro un giorno ricostruirà il cristallo, portando equilibrio su Thra e annientando la loro razza. Il predestinato a farlo è Jen, giovane Nelfling ultimo rimasto della sua razza, cresciuto da una tribù di Mistici, corrispettivo buono degli Skeksis. Si assiste così a un lungo viaggio dalla radura dove vive Jen fino alla fortezza degli Skeksis, con l'intento di salvare l'intero mondo, perché se la profezia non dovesse compiersi, il regno degli uccellacci avrà durata eterna.
Capirete quindi che ci troviamo di fronte alla più semplice delle fiabe, al classico dei classici in tema fantasy (il pensiero corre subito a Il signore degli anelli), ovvero il viaggio del giovane e inesperto eroe verso il covo del male. Senza raccontarvi oltre degli incontri che Jen farà (vi accenno che troverà un pezzo di cristallo che dovrà necessariamente unire al Cristallo Nero per dargli la sua forma originaria, così abbiamo anche l'artefatto magico da custodire fino alla fine del viaggio), vi dico che ciò che rende ancora bellissimo Dark Crystal non è tanto il plot, quanto la messa in scena, teatrale, spesso pomposa e totalmente finta, come se davvero stessimo guardando uno spettacolo di marionette, perché questo il film vuole essere.
Anzi, vedendolo sotto quest'ottica, certe facilonerie, o alcuni effetti speciali senz'altro invecchiati peggio di altri, il film risulta molto più godibile, anche perché la maggior parte di quel che si vede è davvero affascinante, se si pensa al lavoro che c'è dietro. E, sul piano estetico, ci sono creazioni degne dei migliori fantasy visionari. Basta ricordare che non si sta guardando un fantasy in cui quanto appare sullo schermo deve sembrare vero: è uno spettacolo di pupazzi bello come non l'avete mai visto. Al netto di qualche parte un po' soporifera, dovuta ovviamente alla scarsa mobilità di animatroni e marionette (un paio di scene d'azione appaiono piuttosto goffe), il film, grazie anche alla sua sola ora e mezza di durata, scorre che è un piacere e sa regalare una certa inquietudine anche allo spettatore più attempato.
Dark Crystal è uno fra i protagonisti dell'arredamento di Stranger Things e una parte di me era un po' dubbiosa sulla sua presenza (a sfavore di altri classici del fantasy più blasonati). "A, beh, ci sta anche vogliano darsi un tono e non mettere solo classiconi banali, però... però, secondo me, qualcosa sotto c'è, magari anche solo che gli autori sono fan dei Muppet, per dire." E infatti. No, non sono fan dei Muppet. Oddio, forse lo sono, ma non è questo il punto. Il punto è che nella primavera del 2017 è stata annunciata una serie prodotta da Netflix su Dark Crystal, un prequel del film che ne racconterà il mondo in dieci episodi.
La produzione di Dark Crystal: Age of Resistance è curata dalla The Jim Henson Company ed è stata avviata in questo periodo, lo stesso dell'uscita della seconda stagione di Stranger Things.
Tutte coincidenze, dite? Puo' essere, ma mi piace anche l'idea che si sia voluto far cadere l'occhio agli spettatori su un poster e far loro esclamare "Dark Crystal? Ma che film era? Ah, quello coi pupazzoni... " per prepararli alla serie in arrivo. Vedremo. Ormai che sono qui, la curiositò di scoprire se Dark Crystal tornerà dal limbo degli anni Ottanta ce l'ho anche io.
Il poster di Dark Crystal campeggia su una parete in camera di Mike Wheeler nelle varie puntate della prima stagione di Stranger Things. Questo articolo fa parte della Cover Story "Stranger Things e gli anni Ottanta", che trovate riepilogata a questo indirizzo.