Old! #197 – Febbraio 1997
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
A febbraio del 1997, Sony pubblica in Europa Twisted Metal 2, secondo episodio nella serie di scontri fra veicoli armati pesantemente e primo gioco da director per David Jaffe. La storia porta avanti le vicende del primo episodio, raccontando di un torneo organizzato da Calypso… ma chissenefrega, su. È un gioco con le auto che si sparano, viene apprezzato dalla critica, vende quasi due milioni di copie e un anno dopo arriverà il terzo episodio.
Lo stesso mese vede l’esordio in sala giochi di Street Fighter III: New Generation, seguito basato sull’hardware CP System III che, nella sua versione originale, si libera quasi interamente del cast storico della serie, conservando i soli Ryu e Ken. Fra le novità introdotte nel sistema di gioco si segnala la parry, che permette di respingere un attacco senza subire danni. Ma ci sono tante altre caratteristiche inedite, che verranno ampliate e rifinite nelle due edizioni successive. Nel 1999, arriverà una conversione per Dreamcast intitolata Street Fighter III: Double Impact, che includerà anche la prima riedizione Street Fighter III 2nd Impact.
Il 5 febbraio del 1997 nasce il MAME e il mondo degli emulatori non sarà più lo stesso. Improvvisamente esiste un progetto (ideato da Nicola Salmoria) che punta all’emulazione del maggior numero possibile di piattaforme arcade e relativi giochi. Dai soli cinque titoli supportati inizialmente, il MAME si espande in fretta e diventa un mostro tentacolare, creatura fondamentale per la vita di chiunque abbia anche un solo vago interesse nei confronti dei cari bei giochi di una volta. Il nostro Andrea Babich ne ha scritto qui e qui. E presto si aggiungerà un terzo qui.
Il 28 febbraio dello stesso mese, infine, si manifesta sulle PlayStation nostrane Mega Man 8, ennesimo capitolo della serie “principale” dedicata all’ometto blu di Capcom. Il gioco conserva la tradizionale struttura da platform bidimensionale con grafica 2D e non si allontana dal solito modello a base di stage selezionabili e boss da cui ereditare le rispettive armi dopo averli sconfitti. Viene però introdotta una novità interessante nella possibilità di combinare l’utilizzo delle varie armi. Il gioco viene accolto senza particolari lodi da una critica che si è un po’ rotta le balle della serie, ma vende tutto sommato abbastanza bene. Nonostante questo, bisognerà aspettare oltre dieci anni per un vero e proprio Mega Man 9, che oltretutto segnerà il ritorno della serie a un’estetica da NES, in pieno tripudio nostalgico da anni zero.