Old! #245 – Febbraio 1998
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
A febbraio del 1998, si manifesta su PlayStation Gex: Enter the Gecko, secondo episodio di una serie nata tre anni prima nientemeno che su 3DO, per mano di Crystal Dynamics. Con questa seconda uscita, la serie abbandona le origini da platform 2D per abbracciare la grafica poligonale e le dinamiche che ormai vanno per la maggiore nel genere, seguendo di fatto il modello dettato da Super Mario 64. Come già il primo episodio, il gioco si distingue soprattutto per la caratterizzazione sarcastica del protagonista, grande appassionato di televisione che trascorre tutto il tempo a commentare quel che accade e a rompere il quarto muro facendo battute a base di cultura pop. Il gioco viene accolto favorevolmente da pubblico e critica, soprattutto nella versione PlayStation, che chiaramente non deve confrontarsi con la concorrenza scomoda presente su Nintendo 64, e un anno dopo verrà pubblicato il terzo e, per ora, ultimo episodio.
Il 2 febbraio del 1998 segna l’arrivo in Europa di Myth: The Fallen Lords, gioco di strategia in tempo reale sviluppato da una Bungie fino a quel punto famosa soprattutto per la serie di FPS Marathon e con Halo ancora di là da venire. Apprezzatissimo per la qualità della storia, l’originalità delle meccaniche e l’eccellenza del multiplayer, Myth riscuote grande successo, con una comunità di giocatori che rimarrà attiva per parecchi anni, e godrà nel tempo di un seguito e un prequel, anche se quest’ultimo non sviluppato direttamente da Bungie.
Il 20 febbraio del 1998 viene invece pubblicato su PlayStation Skullmonkeys, “seguito non seguito” dell’avventura grafica The Neverhood. Sebbene la storia porti effettivamente avanti le vicende del gioco uscito due anni prima, viene cambiato completamente genere e si passa alle piattaforme, forse nella convinzione che si tratti di un’impostazione più adatta alla piattaforma console. Il gioco viene accolto con favore per lo stile grafico, che ancora una volta si appoggia sulla tecnica dello stop motion a base di plastilina, ma piovono le critiche rivolte alle meccaniche e a una difficoltà forse eccessiva. La serie si conclude qui, anche se nel 2015 verrà pubblicato un successore spirituale intitolato Armikrog, nuovamente impostato come avventura grafica.
Una settimana dopo è il turno di Battlezone, intrigante reinterpretazione moderna del classico omonimo risalente a quasi vent'anni prima, che si propone su PC come gioco strategico in tempo reale, nel quale è possibile controllare direttamente le singole truppe. Alla rilettura del gioco di carri armati originale si aggiungono quindi del gameplay da FPS e una sovrastruttura da RTS. Il design innovativo, l'ottima realizzazione e il multiplayer di qualità lo rendono un gioco particolarmente apprezzato da critica e pubblico, che godrà di una conversione su Nintendo 64 e un seguito decisamente meno apprezzato a causa dei numerosi bug. La serie tornerà a riproporsi nel 2008, con un remake del Battlezone originale pubblciato su Xbox Live Arcade.
Negli stessi giorni esce un altro RTS fantascientifico per PC, anch'esso caratterizzato da una certa voglia di sperimentare con le ibridazioni, dato che include elementi da gioco strategico a turni e può essere tranquillamente inserito nel filone dei 4X. Si tratta di Star Wars: Rebellion, sviluppato da Coolhand Interactive per conto di LucasArts e ovviamente inserito nell'universo espanso della saga cinematografica più popolare della galassia. Il gioco è ambientato dopo il primo Guerre Stellari e propone eventi pescati dai film successivi, ma non è particolarmente ancorato all'elemento narrativo e permette fra l'altro di modificare lo svolgimento della timeline, portando per esempio alla costruzione di svariate morti nere. Il giudizio della critica si spacca e Star Wars: Rebellion non riscuote un gran successo, tant'è che per vedere un nuovo RTS dedicato alla saga di George Lucas bisognerà aspettare il 2006 e Star Wars: Empire at War.
Infine, per quanto non abbia dati certi sul momento esatto dell’uscita, mi preme segnalare Sentinel Returns, seguito dell’affascinante The Sentinel di Geoff Crammond, gioco risalente a oltre dieci anni prima. Un’altra rivisitazione di un classico, insomma, curata fra l’altro dallo stesso Crammond e pubblicata da Sony, sotto etichetta Psygnosis, su PC e PlayStation. Sentinel Returns ripropone i concetti di base dell’originale, adattandoli alla nuova epoca con un bel restyling audiovisivo che vira pesantemente verso le tinte horror e può vantare una colonna sonora composta nientemeno che da John Carpenter. Critica e pubblico apprezzano e approvano ma la serie si conclude comunque qui.