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Bloxitivity fa muovere e girare le scatole

Bloxitivity fa muovere e girare le scatole

Di puzzle game a base di blocchi da spostare ne è pieno il mondo. Le mie prime esperienze con scatolozzi da spostare le ho avute con Adventures Of Lolo, ma più o meno tutti abbiamo pasticciato (e bestemmiato) con blocchi di pietra, colonne e quanto altro da muovere in giro per i dungeon di Zelda o le “grotte” di Devious Designs. Ecco, Bloxitivity, come promette il nome, è tutto uno spostare di scatole qua e di là in livelli blocchettosi sempre più complessi, al punto che poi le scatole, invece di muoversi, cominciano a girare vorticosamente. 

Lo spigoloso robottino disegnato dai 55 Revolver ha a disposizione due raggi: se il primo attira a sé le scatolozze, il secondo le respinge. Perché quando cammini su una piramide rovesciata e non hai le braccia, ti devi un po’ arrangiare, quando il tuo scopo ultimo e portare scatole di un dato colore sulla mattonella della medesima tinta. In numerosi livelli tutti blocchettosi, infatti, l’anonimo robot è chiamato a zompettare, spostarsi e scervellarsi per spostare ogni cosa al giusto posto, un po’ come quando si parte per le vacanze e si prova a riempire quel cofano che non è mai sembrato così stretto.

Tutto qui? Non proprio. Per fortuna – o per sfortuna, dipende dai punti di vista – non ci sono solo quadratoni enormi da muovere, ma con il passare dei livelli spuntano diversi modificatori in grado di dare un pizzico di pepe all’azione, come teletrasportatori, nemici da evitare e nastri trasportatori da sfruttare. Purtroppo, il tutto non basta a dar vita a un’esperienza di gioco appagante. Colpa del sistema di controllo stranamente macchinoso? Colpa del dover alternarsi continuamente tra tre modalità di “telecamera” diverse pur di comprendere come proseguire? Colpa di una complessiva mancanza di cura e rifiniture che fanno apparire Bloxtivity come un’alpha più che un gioco completo? Boh, forse tutto ciò e, contemporaneamente, nulla di tutto questo.

La visuale dall'alto aiuta molto.
La visuale dall'alto aiuta molto.

Non che Bloxitivity sia un gioco pessimo in ogni suo aspetto. Il suo editor, per esempio, non sarà intuitivo come un Super Mario Maker, ma riesce ad essere abbastanza user friendly per permettere a chiunque di destreggiarsi nel non facile gioco del puzzle design. Così come le meccaniche alla base dell’opera di 55 Revolver, pur nella loro mancanza di originalità, funzionano e sarebbero in grado di reggere un gioco. Se solo, appunto, il tutto fosse eseguito in maniera precisa e impeccabile. Non giova, a tal proposito, la scelta di rendere “squadrati” livelli ed elementi di gioco mentre il robottino / avatar gode di piena libertà di movimento lungo tutti gli assi, causando di fatto una continua “stonatura” che si avverte lungo ogni sessione.

Se il robottino cade in acqua, è Game Over.
Se il robottino cade in acqua, è Game Over.

Ecco, rimanendo nel musicale, Bloxitivity sembra una cover band di trentacinquenni appassionati che, pur simpaticoni e bonaccioni, quando salgono sul palco, proprio non ce la fanno. La sezione a lui dedicata sullo Steam Workshop, purtroppo estremamente parca di livelli creati dagli utenti, non aiuta. Per quanto si impegni e si sforzi, signor 55 Revolver, suo figlio avrà una cacchina rosa in pagella.

Ho giocato a Bloxitivity grazie a un codice Steam fornito dallo sviluppatore, portando a compimento una ventina di livelli e assaporando due delle circa sei creazioni presenti al momento sullo Steam Workshop. Ho provato a creare un livello tutto mio, ma l’ho fatto provare a mio fratello e ha detto che faceva schifo. Credo abbia ragione.

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