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Budget Cuts è satira tagliente (e gameplay un po' spuntato)

Budget Cuts è satira tagliente (e gameplay un po' spuntato)

Si lamenta sempre l’assenza di titoli di peso nel panorama della realtà virtuale. Buona parte dei giochi usciti negli ultimi anni assomiglia spesso ad elaborate tech demo o presenta un approccio squisitamente arcade. Non che ci sia nulla di male, se la qualità è buona o ottima, ma spesso si sente la mancanza di giochi dal respiro più ampio, che presentino un approccio più coeso fra storia, gameplay e ambientazione. Budget Cuts nasce in effetti proprio come piccola tech demo pubblicata qualche anno fa su Steam gratuitamente, ma le ambizioni del prodotto finale sono ben diverse. Sono passati un paio di anni dal successo di quei pochi minuti di gameplay, e dopo aver avuto un assaggio del gioco completo alla GDC, sono pronto a inforcare il visore, grondare sudore nella calura estiva e buttarmi nel mondo turbocapitalista di Budget Cuts.

Fin dalle prime battute, il gioco di Neat Corporation si propone come una sorta di spy story fantascientifica dalle forti tinte umoristiche e vede il protagonista vestire gli scomodi panni dell’ultimo impiegato umano in una megacorporazione ormai gestita interamente da robot. Inutile dire che i vertici dell’azienda hanno tutto l’interesse a far fuori anche l’ultima resistenza umana e l’intero gioco racconta appunto questa rocambolesca, e a tratti inquietante, fuga verso la libertà. Le ottime ispirazioni di Budget Cuts sono piuttosto palesi: Portal 2 prima di tutto, da cui eredita la sua feroce e grottesca satira del mondo capitalista, oltre che la voce fuori campo di un pazzo megalomane che lancia i suoi surreali strali dagli altoparlanti mentre si attraversa la struttura, un po’ come avveniva con Cave Johnson nella seconda parte del capolavoro di Valve. Ma anche Job Simulator sembra ispirare buona parte dell’umorismo assurdo e surreale del gioco, oltre che l’approccio ai controlli e all’interattività con gli ambienti. Questo bizzarro mix, che ha comunque tanto di originale, funziona straordinariamente bene e rappresenta uno dei punti di forza di Budget Cuts. Buona parte degli ambienti è ben curata e infarcita di oggetti con cui interagire, di informazioni utili al proseguimento della fuga e, ovviamente, di gag umoristiche, spesso inaspettatamente dark.

I robot buoni ed innocui che si incontrano sono una versione aziendalista di Marvin, il Paranoid Android della Guida Galattica.

A un’ambientazione curata e divertente si affianca un gameplay ben realizzato, anche se piuttosto semplicistico. Nell’essenza è un gioco stealth e di esplorazione, che incorpora uno fra i migliori sistemi di movimento che abbia visto finora in un gioco VR. Il giocatore può muoversi liberamente all’interno dello spazio a disposizione nel “Room Scale” di Vive, mentre per i tragitti più lunghi deve usare una pistola in grado di sparare portali. A differenza di quella di Portal, in questo caso la pistola spara una sorta di pallina che subisce gli effetti di gravità e collisione durante il tragitto e crea un portale solo una volta che ha toccato terra. A questo punto si apre una finestra sulla pistola, da cui è possibile vedere cosa si trovi al di là del portale. È possibile girarsi a 360 per vedere cosa c’è attorno al punto di arrivo prima di decidere di attraversarlo usando i pulsanti laterali del controller Vive: una pressione prolungata produce un attraversamento del portale lento ma silenzioso, una pressione veloce produce invece una transizione istantanea ma più rumorosa.

Il principale antagonista del gioco è costituito dai robot assassini che girano per la struttura, pronti a sparare a vista all’ultimo umano sopravvissuto alla loro discutibile politica di tagli al personale. Come in ogni buon gioco stealth, è possibile sfuggire ai robot in modo pacifico, sfruttando abilmente l’ambiente e il sistema di teletrasporto, oppure affrontarli a muso duro, utilizzando coltelli da lancio, forbici o freccette che si trovano in maniera abbastanza copiosa all’interno della struttura. Questa componente, almeno se affrontata a difficoltà normale, mi è sembrata abbastanza facilotta: nella maggior parte dei casi, anche se scoperti dai robot, è sufficiente rintanarsi in un punto coperto dal fuoco nemico e aspettare che il robot si avvicini per colpirlo mortalmente e poi recuperare il coltello dal suo corpo grondante olio. Altre situazioni riescono ad essere marginalmente più complicate ma non di molto. L’aspetto più interessante riguarda gli enigmi ambientali: nella maggior parte dei livelli è necessario esplorare gli ambienti alla ricerca di oggetti, chiavi e password che possano permettere al giocatore di progredire nell’avventura. Molti di questi mini-enigmi sono abbastanza carini e ben congegnati e spingono il giocatore ad analizzare ogni angolo dei livelli, dove si nascondono anche gran parte degli elementi divertenti del gioco. È inoltre possibile utilizzare cunicoli e sistemi di aerazione per muoversi velocemente e silenziosamente fra le varie stanze. Unico caveat: trattandosi di cunicoli, è necessario abbassarsi fisicamente per poterci entrare, particolarità carina che aiuta l’immersione ma un po’ meno i miei menischi.

I robot sgamano il protagonista pure attraverso il portale, quindi occhio!

C’è da segnalare che il gioco, almeno al momento della scrittura di questo articolo, risulta ancora piuttosto instabile e pieno di bug. Personalmente, ho incontrato un problema piuttosto rognoso, che mi impediva di progredire nel primissimo livello. Solo l’intervento di uno degli sviluppatori sul gruppo di discussione su Steam mi ha salvato da questo limbo, suggerendomi una scappatoia temporanea in attesa di una patch ufficiale. Inoltre, il gioco crasha sporadicamente senza particolare preavviso, specie interagendo con più oggetti assieme. Insomma tenete a mente questi rischi se comprate il gioco ora, o magari aspettate qualche settimana, in modo da dare il tempo agli sviluppatori di sistemare questi pur ingiustificabili problemi.

Nel complesso, pur deludendo un po’ con una componente strettamente ludica facilotta e non sempre sviluppata a dovere, Budget Cuts riesce ad essere uno fra i giochi migliori che abbia provato in VR, specie grazie alla sua fantastica ambientazione, alla sua scrittura brillante a tratti inquietante e a un sistema di controllo davvero ben realizzato. Sotto una coltre di assurdità apparente, si nasconde un gioco che sa essere tagliente come le lame che si maneggiano, a patto di non aspettarsi nulla di particolarmente rivoluzionario e rifinito in termini di gameplay.

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Ho giocato a Budget Cuts con HTC VIVE grazie a un codice per il download gentilmente fornito dallo sviluppatore. Il gioco supporta anche Oculus Rift. Ho completato l'avventura in modalità normale in circa sei ore, considerando che una parte di queste se n’è andata nel cercare di risolvere il bug nel primo livello di gioco. Potete trovare Budget Cuts su Steam.

Old! #263 – Luglio 1978

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