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Who Wants to Marry a Multi-Cinecomix? Deadpool 2

Who Wants to Marry a Multi-Cinecomix? Deadpool 2

Deadpool 2 è uno di quei rari, rarissimi sequel che colpiscono perfettamente nel segno. È più grande, lungo e duro dell originale, come direbbe Wade Winston Wilson, alias Deadpool, alludendo a determinate specifiche sessuali. Prende tutto quello che funzionava nel primo capitolo e lo porta coraggiosamente sullo schermo per la seconda volta, aggiungendo una nemesi infinitamente più riuscita rispetto al macchiettistico Francis Freeman/Ajax (Ed Skrein): il terribile soldato inter-dimensionale Cable. 

Poi infarcisce il tutto con un ritmo indiavolato e risate che non sono sempre e solo a tema di cream pie o cumshot. Inoltre, come se non bastasse, affronta a testa alta anche alcune carenze narrative che avevano trattenuto il precedente film dal costruire qualcosa di significativo e tutto sommato memorabile per i fan dello spericolato 'Pool. È un risultato davvero straordinario, per David Leitch e Ryan Reynolds, che si arrischia persino a conferire una certa profondità e una complessità emotiva inaspettata al suo personaggio, rischiando tutta la posta finora messa in palio. Perché è dannatamente facile prendersi sul serio e confezionare un polpettone, piuttosto che giocare abilmente di sponda e con un tiro fortunato rimandare la palla in buca. Molte risate, in definitiva, e non del tutto prive di cervello, con alcune sorprese decisamente da ricordare. 

Guess what? La campagna promozionale di Deadpool 2 è la migliore mai fatta. 

Dopo il traumatizzante epilogo di Avengers: Infinity War, Marvel dimostra senza alcun dubbio di essere in grado di fare il bello e il cattivo tempo nell’universo cinecomics. Ci chiediamo se abbia davvero le gemme dell'infinito, perché sia capace di costruire e far deflagrare qualunque universo, ogni sceneggiatura, allungare e restringere ogni dimensione narrativa, possa fare quel che vuole, possa trasformare i suoi personaggi, cambiarli radicalmente o lasciarli intonsi e possa persino produrre film completamente verdi. No, non mi riferisco alla presenza dell'energumeno verde più famoso e celebrato dell'universo marvelliano ma al dispiegamento senza posa del cosiddetto green screen senza perdere un grammo di spessore sullo schermo. 

Marvel è capace di costruire un film da cazzone avariato come Deadpool 2 e riuscire a farlo per ben due volte con successo, buttando nel mucchio anche un Thor: Ragnarok (sono rimasto molto colpito da quel pastrocchio delirante synth-goliardic-moebius-devo-Goldblum-oriented style). Ed è davvero capace di fare quel che vuole, con chi vuole, quando vuole, se lo vuole. Con ben diciannove (per ora) film del cosiddetto universo cinematografico Marvel, penso lo abbiano dimostrato e abbondantemente, anche ai più scettici. 

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Sì, certo: quella di essere i numeri uno.

Va bene… va bene… torniamo mesti alla casa base, campioni, prima che mi scatti l’embolo e mi si indurisca qualcosa nella parte alta del cervello. Ci sono così tanti momenti memorabili, in questo film, così tante citazioni nascoste, così tante smargiassate, battute fulminanti e sonore prese per il culo dell’universo cinecomics, che negli anni a venire se ne parlerà a lungo. Già, perché Deadpool 2 fa rosicare parecchio non solo i cari ed amati fan di Martha ma tutti i fan seriosi degli X-Men. 

Negli uffici DC, faranno sicuramente buon viso a cattivo gioco, facendo finta, con quella spocchiosa nonchalance che li contraddistingue da sempre, che dopotutto si tratta di un universo alternativo. Purtroppo, però, e mi spiace svegliare la principessa azzurra sopra al pisello,  i film DC sono nello stesso nostro universo cinematografico e sono penosi, a parte Christopher Nolan e Patty Jenkins. Pure Deadpool se n'è accorto. Ora, se state pensando all'abbattimento della quarta parete, non ci siete troppo lontani. 

Deadpool ha veramente soffiato sul fuoco: se i fan della DC, finora, erano rimasti placidi nella sconfortante sensazione di essere circondati solo da film orrendi, film bruttini e film davvero deludenti, alcune impietose gag di Deadpool 2 non lasciano scampo. Il tonfo si è sentito ad un miglio di distanza, ragazzi, e se ne sono accorti tutti.

Deadpool 2 è spregiudicato, irriverente, un adorabile film beota e acefalo, ma un autentico compendio della cultura pop che solo i migliori e sottolineo i migliori, i best of the best*, riconoscono (o saprebbero scriverne). 

OK, al giorno d’oggi è facile googlare, brutti stronzi. Ma voglio credere che, se vi siete evoluti dal fottuto brodo primordiale della creazione, abbiate conservato un briciolo di fiducia in chi vi scrive. Qualcosa è andato inevitabilmente perso nell’adattamento italiano, perché qualsiasi cinofilo (o era cinefilo?) realizzerà fin da subito che la citazione a Saw ad inizio film non c’entra davvero una ceppa con il materiale d’origine, molto più sofisticato. Insomma, per farla breve, queste sono le dieci gemme che ho scovato, studiando anche il film in lingua originale. Ce ne sarebbero almeno venti o cinquanta, ma si tornerebbe alla questione dei dinosauri di poco sopra e poi, se non altro, vi stimolo ad usare Google invece di pornhub e farmelo notare nei commenti (ari-stronzi).

Che lo show inizi, dunque: aprite il rosso e nero sipario, perché si sente puzzo di genio, cari amici con i baffi. E se lo dico io...


Nel climax dell'epico scontro tra Fenomeno e Colosso, Deadpool cerca di convincere il metallico energumeno degli X-Men che a volte è necessario infrangere le regole per vincere. E mentre lo sta preparando psicologicamente per affrontare Juggernaut/Fenomeno, Wade/Pool lo esorta a combattere sporco con la battuta «Rompigli la gamba, Johnny» o, nella versione originale «Time to sweep the leg, Johnny» (la famosa spazzata dell’adattamento perduto italico). È un riferimento palese al finale di Karate Kid, quando il perfido sensei John Kreese (Martin Kove) dei Kobra Kai, molto più cattivo e determinato dei suoi allievi, ordina a Johnny Lawrence (William Zabka) di rompere la gamba al giovane allievo del maestro Miyagi, Daniel LaRusso (Ralph Macchio)

Sul retro del convoglio, quando Cable e Deadpool si affrontano, Deadpool cita il film I Goonies e in particolare si riferisce proprio al ruolo interpretato da Josh Brolin nei panni di Brandon Walsh «Dammi il tuo colpo migliore. Willy l’orbo» o «Gimme your best shot, one-eyed willy»

Più tardi i Goonies tornano: Wade Wilson/Deadpool, prima di scimiottare il più famoso accavallamento di gambe del cinema (Basic Instict), mentre è spaparazzato sul divano e si lamenta con Blind Al perché il giovane Russell ha scelto di andare con Juggernaut/Fenomeno,  indossa la camicia da Chunk dei Goonies.

Quando combatte contro il Fenomeno per la prima volta, Deadpool prova la tecnica di Vedova Nera per calmare il più devastante nemico degli X-Men, esattamente come l'assassina tentava di fare nel secondo Avengers di Joss Whedon...

«Ehi, ragazzone, il sole sta calando... »

Deadpool, naturalmente, non riesce a completare questo bizzarro rituale, fallendo in maniera spettacolare. Era già accaduto del resto anche a Thor in Thor: Ragnarok e gli effetti del fallimento erano ancora più sganascianti. In effetti, si tratta ormai di un tipico tormentone dei film Marvel, lo possiamo dire.

Dopo che Wade abbandona Russell, una voce fuori campo ci narra che in ogni film c'è un punto in cui l'eroe si rende conto di aver toccato il fondo. Poi fa un paio di esempi calzanti: in Cool Runnings - Quattro sotto zero, una spassosa commedia sportiva della Disney, è quando John Candy realizza che il suo bob è rotto. In The Human Centipede, è quando gli attori coinvolti si rendono conto di aver firmato per quel film. Nella versione italiana, la gag è stata adattata semplicemente da dei minchioni. Me ne assumo la piena responsabilità, il film Disney è tra l'altro molto famoso.

Durante il combattimento contro il giovane Firefist/Russel, Deadpool viene colpito e sparato dentro una finestra in un appartamento, dove c'è un bambino che sta mangiando dei cereali.
L'eroe si spolvera dai detriti e raccoglie la confezione di cereali, firmandola. Quando la riappoggia, la scatola mostra una foto di Hugh Jackman/Wolverine tratto da X-Men: le origini - Wolverine. Ovviamente, tutti in questo universo cinecomics sono affezionati a Logan, esattamente come Wade pretende di non essere al centro di nessun interesse.

Con un tocco autentico di classe, Deadpool firma la scatola "Ryan Reynolds", naturalmente.

Alla fine di una pindarica discesa con i paracadute, e per colpa del meteo, tutti neo-membri della X-Force vengono uccisi: Bedlam colpisce un autobus, Shatterstar viene fatto a pezzi da un rotore di un elicottero, Zeitgeist cade nella parte posteriore di un veicolo che sminuzza il legname e quando Peter va ad aiutarlo, gli vomita acido addosso, sciogliendolo a morte.

Per quanto riguarda The Vanisher/Lo Svanitore, questi colpisce i cavi di una linea elettrica e muore fulminato. Per un totale di tredici secondi, però, appare un cammeo spettacolare, che risulta essere nientemeno che Brad Pitt, dimostrando una notevole autoironia.

La X-Force, tra l'altro, è esistita davvero nei fumetti: nasce dalle ceneri dei Nuovi Mutanti, studenti che con l'arrivo di Cable decisero di abbandonare la Scuola Xavier per Giovani Dotati e  diventare un gruppo d'azione, che sostanzialmente combatteva per affermare i diritti dei mutanti in maniera non ufficiale. Una specie di task force. 

Tutti tranne Peter. Peter ha solo i baffi e degli splendidi profili su Linkedin e Twitter, ma questo lo rende comunque un super eroe.

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Mentre fuggono a bordo del taxi, Deadpool e Dopinder parlano delle lotte di quest'ultimo con la sua identità di aspirante killer a pagamento e di come vorrebbe uccidere ancora. Sentendo che qualcosa della sua innocenza di tassista indiano è finita, Deadpool gli dice «Parla con me, Goose», ricordando la coppia centrale di eroi di Top Gun, Goose e Maverick. Rispettivamente, Anthony Edwards e Tom Cruise. 

Negasonic Teenage Warhead/Testata Mutante Negasonica (che nome assurdo) accusa Deadpool di essere "un omofobo di merda" quando questa gli rivela che lei e la sua amica Yukio sono gay. Deadpool, alla notizia, si eccita per la loro relazione, spingendo Colusso a obiettare. Questo, a sua volta, spinge Deadpool a dire "Pompare i freni di odio, Fox e amici".

È ovviamente una citazione piuttosto palese allo stile di conduzione assai poco tollerante di un programma della Fox Broadcasting Company, spesso chiamata semplicemente Fox, un famoso network televisivo americano, che in passato, con questo programma (Fox & Friends, appunto), ha messo dichiaratamente alla berlina scelte sessuali di attori e attrici, ha condannato alcuni aspetti della società civile, è risultata spesso razzista, inopportuna, filogovernativa, omofobica, poco tollerante. Ma hanno anche dei pregi, come sostenere Trump e attaccare i videogiochi.

Il Trump-baiting, a proposito, continua poco più tardi, quando Deadpool chiama l'inquietante braccio destro di Eddie Marsan "Jared Kushner", noto imprenditore statunitense, senior advisor del presidente degli Stati Uniti d'America e personaggio alquanto... complesso. E sulla stessa questione dei nomi reali VS quarta parete, più tardi, Russell, quando incontra per la prima volta Negasonic Teenage Warhead, la chiama "Justin Bieber" per il piacere di Deadpool. Il che presuppone che Justin Bieber è una piaga conosciuta anche nell'universo Marvel.

E questo è quanto? Ovviamente no, il film è pieno zeppo di riferimenti, meta-citazioni, battute, un autentico braccio di ferro con le capacità investigative e il colpo d'occhio degli spettatori.

Deadpool 2 è colmo di situazioni paradossali, che riguardano il passato non solo di chi è coinvolto nei cinecomics, ma degli stessi attori che vi partecipano. Non ultimo, ci fa dubitare di essere l'unico universo plausibile, mentre tutto il resto «è solo un film con attori». 

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