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Jurassic World Evolution: "Bello questo parco coi dinosauri, eh, ma non ci vivrei."

Jurassic World Evolution: "Bello questo parco coi dinosauri, eh, ma non ci vivrei."

Dopo il pregevole Planet Coaster, acclamato gestionale a tema parchi di divertimento, Frontier Developments torna a dedicarsi al genere con l'intrigante Jurassic World Evolution, basato, non serve nemmeno dirlo, sulla celebre serie cinematografica che portò alla ribalta internazionale Jurassic Park, il mondo letterario creato da Michael Crichton in cui gli umani decidono di ridare vita ai dinosauri, con i prevedibili esiti che tutti ben conosciamo. 

In Jurassic World Evolution, poco sorprendentemente, è nostro compito realizzare parchi di divertimento in cui alle montagne russe e alle giostre di Planet Coaster si sostituiscono enormi dinosauri, per l'edonistico piacere dei benestanti visitatori. Giungere alla prima isola mette indubbiamente dell'umore giusto: l'arrivo in elicottero a Isla Matanceros, complice la celebre colonna sonora di John Williams, è piuttosto spettacolare e riporta alla mente l'analogo arrivo di Alan Grant e soci al Jurassic Park. L'interfaccia, inoltre, appare abbastanza rapida e intuitiva da utilizzare e in men che non si dica siamo in grado di creare dinosauri, delineare recinti e via discorrendo. Nei primi minuti di gioco, facciamo subito la conoscenza dei tre responsabili dei diversi dipartimenti della InGen, la storica società di ricerca genetica fondata da John Hammond, con cui ci ritroveremo a collaborare: Scienza, Intrattenimento e Sicurezza.

È da queste persone che riceveremo tanto le missioni necessarie per far avanzare la trama, che contratti aggiuntivi con premi in denaro. Completare una missione per un dipartimento, però, porterà a un inasprimento dei rapporti con gli altri due: in soldoni, quindi, far salire tutte e tre le "barre" relative ai dipartimenti, cosa peraltro necessaria per sbloccare la maggior parte degli edifici presenti nel gioco, è un compito piuttosto lunghetto. Trascurarne uno in particolare per troppo tempo, inoltre, potrebbe portare a fastidiosi sabotaggi, come l'apertura improvvisa di tutti i cancelli dei recinti, blackout totali e altre amenità. All'inizio, ricevere costantemente messaggi relativi a nuove missioni e contratti dona al gioco una piacevole dinamicità, ma col passare delle ore inizia a serpeggiare il dubbio che la loro presenza incessante voglia distogliere il giocatore dalla ciccia dell'impianto gestionale di Jurassic World Evolution, che scopriremo essere piuttosto poverella. 

Non si può certo dire che la grafica non faccia il suo lavoro, ma avrei apprezzato una maggiore differenziazione cromatica degli edifici.

Le prime ore di gioco, però, filano via che è un piacere: studiare il genoma di nuovi dinosauri tramite il recupero di fossili è un'operazione piacevole, anche se un po' meccanica, e vedere in azione i propri dinosauri fa un certo effetto, nonostante la mancanza di specie volatili e marine si faccia sentire. Le specie presenti si dividono, naturalmente, in erbivore e carnivore. È meglio tenere separati questi due macro-gruppi, pena l'uccisione quasi immediata dei sauri vegani per mano di quelli amanti delle braciolate. Tuttavia, il tipo di dieta non è l'unica discriminante fra le varie specie: il T-Rex, ad esempio, non ama avere altri esponenti della propria razza nello stesso recinto, mentre i Velociraptor, al contrario, impazziscono se non vedono almeno un loro simile nei paraggi. Alcuni sauri preferiscono ampie distese verdeggianti, altri il fresco dell'ombra degli alberi, altri ancora acquitrini di grandi dimensioni.

Va da sé che creare un unico recinto in grado di soddisfare tutti i bisogni di tutte le razze è letteralmente impossibile. Riuscire a gestire i recinti tenendo conto delle esigenze di ogni specie, infatti, è senza alcun dubbio l'aspetto più complesso, se così si può dire, di Jurassic World Evolution, ma la natura un po' "trial and error" della sfida, visto che i dati completi su una specie sono consultabili solo dopo averne creato un esemplare, la rende nell'immediato un po' più frustrante del dovuto, senza che per altro si faccia troppo profonda sul medio-lungo periodo. La sfida generata dai bisogni dei dinosauri, infatti, è piuttosto statica: una volta compresi i bisogni delle varie specie, realizzare gli habitat giusti è solo questione di tempo.

Il labiale è abbastanza chiaro: ha detto "The Last of Us sopravvalutato".

A proposito di habitat, è un peccato che a una cura quasi maniacale per la rappresentazione e varietà dei dinosauri (oltre quaranta le specie presenti) non faccia da contraltare altrettanta attenzione per gli aspetti botanici. Per farla breve, nel gioco non esistono piante diverse da "alberi e cespugli": un'occasione sprecata per variare il gameplay in una maniera perfettamente tematizzata. In ogni caso, Jurassic World Evolution è un gioco estremamente rispettoso del materiale di riferimento. Oltre alla presenza del doppiaggio da parte di molti degli attori reali (è assente Chris Pratt ma presente il mitico Jeff Goldblum, nei panni del sarcastico matematico Ian Malcolm), i riferimenti ad alcune fra le scene più memorabili della serie sono commoventi: liberare una capra nel recinto di un T-Rex, ad esempio, permette di replicare alla perfezione una tra le scene topiche del primo film in tutta la sua brutalità e le tempeste che si abbattono sull'arcipelago delle Las Cinco Muertes sono brutali e spettacolari esattamente come era lecito attendersi.

Le missioni presenti nel gioco toccano più o meno tutte le attività che è possibile svolgere. In questo caso dovevamo occuparci di curare un Triceratopo.

Alcuni interventi possono essere controllati direttamente dal giocatore in persona. Se un dinosauro si ammala, ad esempio, possiamo recarci nel suo recinto con una jeep e sparargli contro (con tanto di mirino) i dardi curativi necessari alla guarigione, o in caso di fuga di un bestione dal suo recinto, possiamo intervenire con un elicottero per colpirlo dall'alto e sedarlo. Queste sequenze "action" si integrano bene nel flusso di gioco e consentono di ammirare il proprio parco da prospettive inusuali, ma ben presto risultano piuttosto ripetitive e fini a se stesse: si finisce quasi sempre con il lasciare all'I.A. il compito di occuparsene.

Ci stiamo dirigendo con il nostro elicottero a sedare un dinosauro fuggito dal proprio recinto: non vedete alcun visitatore in giro perché abbiamo tempestivamente aperto i rifugi.

Fra le delusioni maggiori di Jurassic World Evolution, invece, troviamo gli ospiti dei parchi: visitatori assolutamente anonimi, senza bisogni e pensieri analizzabili e con cui non si può interagire in alcun modo. Non mancano naturalmente strutture dedicate ai visitatori, come ristoranti e negozi, ed è possibile aprire i rifugi in caso di crisi come tempeste o fughe di dinosauri dai recinti, ma avrei preferito un approccio un po' più simile a quello di Planet Coaster. Inspiegabilmente assenti anche schermate riassuntive effettivamente utili, come ad esempio un elenco di tutti i dinosauri presenti nel parco con relativo stato, mancanza resa ancora più grave dall'interfaccia "console-centrica", secondo la quale qualsiasi operazione deve essere accompagnata da zoomate che finiscono solo con il rendere farraginosa la gestione del gioco e contraria a scorciatoie da tastiera avanzate, immancabili in giochi di questo tipo su PC.
 
Jurassic World Evolution, insomma, è un gestionale moderno, ma non in senso necessariamente buono. È moderno perché accessibile, perché bello da vedere, perché giocabile senza problemi con un joypad, perché dotato di un buon doppiaggio e di musiche ed effetti riusciti, e perché apparentemente pieno di cose da fare senza esserlo veramente. Tuttavia, alcune di queste caratteristiche vanno a discapito di molti degli aspetti che gli amanti dei giochi gestionali amano di più, ovvero profondità dei sistemi alla base della simulazione, varietà di situazioni e di strategie adottabili, e personalizzazione estetica dei propri parchi. A fronte di un prezzo meno impegnativo, avrei premiato maggiormente quest'ultima fatica di Frontier Developments, ma allo stato attuale Jurassic World Evolution non riesce a offrire un gameplay sufficientemente variegato e personalizzabile da giustificare l'esborso di 54,99 € (versione PC). A meno che non adoriate i dinosauri al punto da passar sopra a una parte gestionale abbastanza ridotta all'osso, vi consiglio di attendere eventuali patch e DLC, soprattutto se in concomitanza con qualche sconticino, nella speranza che l'esperienza di gioco risulti più completa.

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Ho ricevuto dallo sviluppatore un codice Steam a cui ho dedicato circa quattordici ore, provando tre isole e la modalità Sandbox, che tuttavia non mi ha convinto molto, a causa della necessità di sbloccare le varie strutture nella campagna principale. Jurassic World Evolution è disponibile anche su PlayStation 4 e Xbox One. Ah, come al solito, se acquistate il gioco (o qualsiasi altra cosa) su Amazon passando dai seguenti link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza alcun sovrapprezzo per voi. Se volete procedere su Amazon Italia dirigetevi qui, se preferite Amazon UK puntate qui.

Questo articolo fa parte della Cover Story “Jurassic Outcast”, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.

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