Outcazzari

La Mensola di Shin X #32 - Riptide GP 2: anche gli iPhone hanno un'anima

La Mensola di Shin X #32 - Riptide GP 2: anche gli iPhone hanno un'anima

Da sempre sostenitore di titoli bistrattati dalla critica, Shin X è passato da “difensore dei poveri” a “masochista”, da “acquirente compulsivo” a “forzato bastian contrario”. La verità è che a suo parere ogni titolo può dire qualcosa: c’è chi sbraita, chi sussurra, chi lo fa con i sottotitoli e chi lo recita in versi. L’importante è avere lo spirito di voler ascoltare. E l’antro in cui riposano questi brutti anatroccoli è la sua mensola. L’unico luogo nel quale possono diventare cigni.

Riptide GP 2 è un giochino, ma l'uso del diminutivo ha un'accezione positiva, non sminuente. Il gioco disponibile da qualche tempo su PlayStation 4 è uscito originariamente su sistemi iPhone e iPad. Pur nella sua natura derivativa - sia in termini di design che ludici - gli sviluppatori hanno confezionato un gioco davvero divertente, completo e longevo. In realtà non stiamo parlando di un gruppo di sbarbatelli, visto che si tratta dello stesso team responsabile dell'ottimo Hydro Thunder Hurricane, un gioco di guida acquatico uscito eoni fa su Xbox 360. Nonostante non mostri nulla di davvero peculiare, Riptide GP 2 è un titolo che riesce a catturare fin dai primi istanti. Personalmente sono del tutto allergico ai giochi su iPhone, pur riuscendo ad apprezzare gli strategici, le avventure grafiche, e qualsiasi tipo di gioco che riesca a sfruttare le capacità del touch screen.

Non male, dai. Soprattutto in movimento.
Non male, dai. Soprattutto in movimento.

Non di certo un racing game di questo tipo, dove bisogna studiare la conformazione delle onde, il movimento dell'acqua e prodursi in svariati trick in volo. Credo sia quasi impossibile, o quantomeno molto difficile, trarre divertimento a tutto tondo senza un sistema di controllo adeguato. Ovviamente il pubblico occasionale tende a non fare molto caso a problemi del genere, ma nelle conversioni su console da casa è sempre necessario riscrivere al meglio i comandi, in modo da rendere un gioco portatile appetibile e immediato anche con un pad in mano. In questo senso, Riptide GP 2 si dimostra davvero ben realizzato: i controlli sono molto intuitivi, la grafica ottimizzata a 1080p e 60 fotogrammi al secondo è visivamente assai gradevole e tutto è riprodotto con una buona cura per i dettagli. Certo, parliamo del minimo, date le origini del gioco, ma non bisogna mai dare nulla per scontato, visti i terribili port da iPhone che Sony propone su PSN a prezzi inconcepibili. L'approccio col gioco dei Vector Unit non ha bisogno di particolari approfondimenti, visto che l'interfaccia e la struttura della campagna si rifanno al 100% a quanto abbiamo già visto in dozzine e dozzine di altri titoli simili. In questo senso, Riptide GP 2 riesce a sorprendere non tanto per la qualità dei contenuti - discreta ma non incredibile - quanto per l'ottima longevità.

Trick trac e triccheballacche
Trick trac e triccheballacche

La gestione del nostro pilota, maschio o femmina che sia, passa attraverso una corposa campagna, la cui struttura pesca allegramente dai classici del genere. Partiremo quindi con una scassatissima moto ad acqua e un atleta alle prime armi, per poi migliorare gradualmente. Gara dopo gara, è possibile potenziare gli immancabili parametri: maneggevolezza, velocità, turbo e accelerazione. Anche il pilota può imparare svariate acrobazie tramite i punti esperienza, elargiti parallelamente ai soldi, per consentirci di investire furiosamente nella maturazione dell'atleta e nell'upgrade del nostro veicolo. Ho sempre adorato Wave Race, storico gioco per N64, come pure WipEout, in ogni sua incarnazione. Non sorprende, quindi, che un ibrido tra i due mostri sacri sopracitati possa risultare così gradevole.

L'effetto acqua non è niente male.
L'effetto acqua non è niente male.

Per quanto permanga una certa goffaggine nella riproposizione/plagio del level design e della fisica dell'acqua, Riptide Gp 2 riesce a far breccia fin dal primo circuito. Complici l'estrema maneggevolezza e la pregevole fluidità, il gioco dei Vector Unit è una piccola calamita. Giri sul tempo, competizioni classiche, gare a eliminazione: nulla che un Burnout qualsiasi non ci abbia abbondantemente già mostrato, eppure l'esperienza rimane adrenalinica e divertente. Non manca un chiassosa modalità multigiocatore su schermo diviso fino a quattro bambagioni. Sono quegli elementi semplici e genuini che ti fanno passare allegramente uno o più pomeriggi, e l'irriverente casino insieme agli amici non va mai sottovalutato (anche se in quel caso ci si diverte con poco, ma non stiamo lì a sottilizzare).

Gomito a gomito tra i flutti. Divertimento e maledizioni fantasiose sono assicurate.
Gomito a gomito tra i flutti. Divertimento e maledizioni fantasiose sono assicurate.

Certo, i pochi circuiti disponibili pesano un po', soprattutto a causa della riproposizione in più salse lungo l'arco dell'intera campagna. Però, per un piccolo racing game venduto a poco più di 3 euro (almeno ora, con gli sconti disponibili su PSN) il gioco vale assolutamente la candela. Di solito sono molto severo quando si parla di port di questo tipo: se ho bypassato senza problemi le sue origini così acerbe, vuol dire che il divertimento che ne ho tratto è stato davvero notevole.

Tanto da scriverne una Mensola, in effetti.

Old! #139 – Dicembre 1975

Old! #139 – Dicembre 1975

Il pesce rosso ricorda Xbox 360: Rockstar Games Presents Table Tennis

Il pesce rosso ricorda Xbox 360: Rockstar Games Presents Table Tennis