L'estate scorsa Square Enix ha lanciato su piattaforme iOS e Android Imaginary Range, una sorta di bizzarro progetto multimediale che provava a fondere i fumetti digitali con dei sottogiochi da minimo sindicale del videogame per smartphone. Si trattava del primo episodio di una serie annunciata e, nelle scorse settimane, è arrivato il secondo appuntamento, gratuito come il primo, che permette di avere un'idea un pochino più chiara di un progetto certamente interessante, magari riuscito solo fino a un certo punto, ma comunque distribuito gratuitamente. E, si sa, a caval donato non si rifiuta mai un download.
Dal punto di vista del semplice fumetto, Imaginary Range non fa nulla di particolarmente innovativo o sconvolgente. C'è una storia da leggere sfogliando le tavole o dedicandosi alle singole vignette e godendo, in questo secondo caso, di una regia virtuale che scivola poggiandosi su suoni, semplici animazioni, dialoghi che appaiono in maniera sequenziale. Tutto molto semplice, ma piuttosto efficace. L'unica cosa di cui si sente la mancanza è un'opzione di zoom: o si guarda la tavola, o si guarda la singola vignetta (ma, insomma, su uno smartphone dallo schermo generoso non è certo un problema, men che meno immagino lo sia su un tablet). A tutto questo si aggiunge poi l'elemento d'interazione, accessibile visualizzando le singole vignette. Sotto questo punto di vista, in particolare, è molto riuscita l'idea di spargere fra i disegni alcuni bonus e oggetti da raccogliere tracciandovi attorno un cerchio. I primi sono facoltativi, ma permettono di aumentare il bottino di gettoni virtuali necessario per sbloccare artwork nell'apposito menu. I secondi sono invece necessari per il superamento di determinati svolte narrative. Il risultato è che ci si trova a spulciare le tavole con maggiore attenzione, cercando di scovare tutto lo scovabile e finendo così per godersi meglio il più che discreto lavoro artistico.
E poi ci sono i giochini. Nel primo episodio se ne trovano fondamentalmente di cinque tipi diversi: la ricerca di oggetti nascosti all'interno di un'immagine in stile avventura grafica "casual", un puzzle game molto semplice che richiede di ruotare figure per piazzarle nei luoghi giusti, due varianti sul gioco del quindici, una specie di Space Invaders molto limitato e una rielaborazione dello schema di Flight Control, con missili e velivoli da dirigere verso appositi bersagli. Proprio quest'ultimo minigioco è l'unico a non essere presente anche nel secondo episodio, dove fra le novità troviamo invece una reinterpretazione della formula di Bejeweled e Puzzle Quest e infine un gioco di corsa "a corsie", in cui si controlla nientemeno che un Chocobo. In ciascuno dei due episodi è possibile affrontare a parte, in una sezione apposita, una selezione di tre fra i minigiochi, per competere sui punteggi. Ma non si tratta certo di spremute di gameplay e difficilmente viene voglia di metterci mano al di fuori del racconto. Inseriti all'interno del contesto, invece, funzionano tutto sommato piuttosto bene.
E insomma, Imaginary Range è quello che è. Un fumetto interattivo semplice, con i suoi giochini semplici, che prova a intrattenere in maniera semplice. Il racconto può ricordare per certi versi la saga marvelliana degli Exiles, col suo parlare di (anti)eroi che viaggiano fra una dimensione e l'altra, e, per quanto non il massimo dell'originalità, ha qualche asso nella manica, fra cui l'intrigante cliffhanger su cui si chiude il secondo episodio. Poi, certo, se ne può criticare una formula generale non troppo innovativa e che si limita a mescolare mille cose viste altrove. Ma tanto è gratis, no?