Vittime del passato
Seppure non richiesta, continua la mia ricerca dei colpevoli dell’arrancamento del mercato tripla A e oggi punterò il dito contro i bei giochi. Eh, sono un editorialista a forte impatto mediatico io, mica mi limito alla cantilena su quanto i gaas siano brutti e cattivi. Lo sono, ma oggi sono a forte impatto.
Uno dei problemi di questo settore, uno di quelli che mettono quasi tutti d’accordo, è sicuramente il costo esagerato delle produzioni ad alto budget, che rende difficile rientrare dei costi se non sputtanandosi per un pubblico il più ampio possibile. Ci sta, non sosterrò il contrario, ma la soluzione temo non possa essere la riduzione dei costi e il rallentamento tecnologico. E potrei anche aver sostenuto il contrario in passato, non oggi, però.
E se il problema fosse l’incapacità di andare avanti a mille all’ora come si è sempre fatto in passato? Se questo settore avesse smesso di vendere a colpo sicuro solo perché incapace di farsi percepire dal pubblico come qualcosa di moderno e incredibile e straordinariamente meglio di quanto visto in passato? Ho rimesso su Red Dead Redemption 2 su PC e non c’è niente sul mercato oggi, niente o quasi, che ci si avvicini. Su quello scaffale immaginario tra cui i nuovi giocatori scelgono, ha la stessa dignità di un gioco uscito cinque minuti fa, non è invecchiato. É un bene, è anche un male.
Su quello stesso scaffale, pure gli indie se la giocano come il giorno d’uscita, nonostante gli anni passati, e ritagliarsi uno spazio è diventato impossibile per qualsiasi cosa non sia acclamata come un capolavoro, e anche per qualche capolavoro. Quando abbiamo accettato che i videogiochi non dovessero riscrivere ogni volta la ruota, abbiamo anche accettato successi più duraturi, li abbiamo accolti come una benedizione, forse senza prevedere l’inevitabile stravolgimento delle regole. Lo scaffale, oggi, è pieno come non è mai stato nella sua storia.
Certo, se spendi meno, puoi provarci più a cuor leggero, ma è anche vero che dovrai sgomitare con altri successi, con altri spazi occupati, con altri “capolavori invecchiati benissimo” a cui proprio devi giocare per forza. E chi lo sa se sarà un bene o un male.