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Chi ha bisogno delle esclusive?

Chi ha bisogno delle esclusive?

C’è stato un tempo, neanche troppo lontano, nel quale a spingere verso l’acquisto di PlayStation c’erano nomi altisonanti come Grand Theft Auto, Final Fantasy e Metal Gear Solid. Giochi terze parti, i più importanti dell’industria, che potevi giocare solo acquistando le console di casa Sony. E pesavano. Forse come mai prima di allora, sicuramente come non hanno più pesato dopo.

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Il mercato ha lentamente cambiato le sue regole, le esclusive sono diventate economicamente insostenibili e si sono trasformate in accessi anticipati o nell’uso privilegiato di qualche contenuto accessorio. Persino i prodotti interni di Microsoft (PC e Switch) e Sony (PC) hanno cominciato ad affacciarsi altrove nel tentativo, sacrosanto, di raccogliere il più possibile con prodotti che hanno richiesto spese ingenti di denaro e tempo. Nintendo, invece, se escludiamo la presenza su mobile dei suoi marchi, gioca il solito campionato per sé stessa, e le sue esclusive possono essere molto importanti per le vendite (Switch), o assolutamente inutili (WiiU) in base a non meglio precisate rotazioni stellari.

Quindi le esclusive sono diventate inutili?

Niente affatto. Lo dimostra Sony, continuamente, con le vendite esagerate dei suoi titoli first party, ma anche e sopratutto con una comunicazione centrata proprio su quei pochi titoli che solo lei può offrire. Lo dimostra Microsoft, che ha capito l’antifona (finalmente) e ha puntato tutto su acquisizioni e creazione di nuovi studi. E lo dimostra Stadia che… no, Stadia forse no.

Certo è che non sono più così importanti. Il mercato, oggi, accoglie troppi prodotti di qualità, e i nostri backlog ci impediscono di considerare un solo titolo talmente necessario da spingerci fino all’acquisto di una nuova piattaforma. Di fatto, col tempo è diventato più importante sapere quando potrai avere gratis un gioco, piuttosto che quando sarà possibile comprarlo. Questo cambia tutto. Con un pubblico poco abituato a spendere soldi, sono i servizi le vere esclusive, non i giochi. Microsoft sembra averlo capito prima di tutti e con il suo Pass ha trasformato una console poco consigliabile nell’acquisto migliore per un sacco di tipologie di giocatori.

In futuro sarà davvero poco importante se Forza è migliore di Gran Turismo, se il primo puoi averlo a pochi spicci al mese e il secondo per sessanta o settanta euro. I grandi numeri non li facciamo noi che compriamo console per The Last of Us 2, ma quelli che lo prendono perché hanno già una PlayStation e, chissà, in futuro potrebbero passare a Xbox perché possono avere tanto, a poco, nelle loro pause di Fortnite.

Ma torniamo a Switch. Le esclusive Nintendo non sembrano così importanti per il mercato (vedi anche il GameCube), ma avere la possibilità di trasferire l’esperienza verso la portabilità ha fatto la differenza. Ed è così folle considerarla un servizio? Addirittura, siamo disposti a pagare di più per avere qualcosa che gli altri non possono offrire: Hollow Knight in treno.

E il futuro?

Molto dipenderà da questa generazione. Microsoft spingerà le sue esclusive nel pass che, per sua natura, tende a svalutarle, mentre Sony, nel caso la strategia della concorrente dovesse funzionare, dovrà fare lo stesso con le su IP di peso, eventualmente depotenziandole. Mentre Nintendo continuerà a vendere a lune alterne, quindi, saranno le idee a fare la differenza e non i giochi. Se sia un bene o un male per il mondo dei videogiochi, però, io non so dirlo. .

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata alle esclusive, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.

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