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Ultimate Spider-Man, conoscere l'arrampicamuri con l'erede

Ultimate Spider-Man, conoscere l'arrampicamuri con l'erede

Guardare film o cartoni animati con il proprio pargolo non è mai facile. Si pensa a mille aspetti, se il contenuto da fruire insieme sia adatto, al linguaggio, alla dose di violenza, se l’episodio o il film non siano eccessivamente paurosi o al contrario troppo noiosi, perché questo inficerebbe la visione di altre puntate che magari meritano. Ecco, una cosa da fare, almeno che io faccio sempre, è dare un’occhiata prima a quello che guarderò con l’erede, perché prevenire è meglio che curare (e le notte insonni, poi, ce le dobbiamo fare insieme).

Mio figlio e io abbiamo iniziato a guardare Ultimate Spider-Man credo nel 2014 (forse), con lui che aveva sei ann,i perché avevano cominciato a trasmetterlo su Rai Gulp. La serie animata, per chi non la conosce, è vagamente ispirata ai fumetti che portano lo stesso titolo, ma in realtà, in questo caso, siamo davanti a un incrocio tra i personaggi classici (l’Uomo Ragno è Peter Parker e non Miles Morales) e un’influenza non banale dell’universo cinematografico Marvel. Nick Fury, come appunto nei fumetti Ultimate e al cinema, ha i tratti di Samuel L. Jackson, l’elivelivolo dello S.H.I.E.L.D. è paro paro a quello dei film e in alcuni episodi appaiono anche Captain America e soprattutto Tony Stark, palesemente preso dal personaggio ormai forgiato da Robert Downey Jr.

Guardare Ultimate Spider-Man con il ragazzo è stato contemporaneamente molto divertente (perché comunque la serie è spassosa e piacevole) e istruttivo. Più o meno quando avevo la sua età, in TV non mi perdevo un episodio di Supergulp!, una trasmissione sulla Rai (a fine anni Settanta c’era solo quella) che, oltre a proporre dei cartoni inediti, faceva da contenitore per molte serie americane, tra cui proprio Spider-Man. Sì, quello con la sigla il cui tema musicale è stato ripreso per Spider-Man: Homecoming (e che i Ramones hanno meravigliosamente coverizzato nel ’96). Sarà per questa coincidenza, ma il poter vedere, oggi, delle nuove avventure inedite dell’arrampicamuri con l’erede, ecco, un po’ mi ha fatto effetto.

Torniamo però al nostro Ultimate Spider-Man. Il filo conduttore principale della serie, che si snoda in quattro stagioni (guadagnando per le ultime due dei sottotitoli come Web Warriors e I Sinistri 6), è che Peter Parker viene “assoldato” dallo S.H.I.E.L.D. per fare da responsabile ad un gruppo di giovani super eroi: White tiger, Iron Fist, Power Man e Nova. Ovviamente, non possono mancare gli Osborn: Henry, l’amico storico di Peter, e suo padre Norman che, come facile intuire, non è tra i genitori più amichevoli della storia e diventa in brevissimo tempo il villain della serie.

Uno degli aspetti migliori di questa versione dell’arrampicamuri, soprattutto per un ragazzino che sta entrando anche nell’ottica di un universo Marvel molto vasto e variegato, è la capacità degli autori di presentare tantissimi personaggi in maniera molto precisa e dettagliata, senza sacrificare troppo tempo negli spiegoni. Per poter fare questo, il buon super eroe di quartiere sfonda praticamente ogni cinque minuti la quarta parete, parlando direttamente con lo spettatore. Queste situazioni sono frequentissime e spessisimo vengono gestite con battute, personaggi in versione super deformed e flashback vari.

Vi assicuro che il risultato, già dalle prime visioni, è garantito, con il pargolo che rideva come un pazzo mentre un Uomo Ragno in formato mini spiegava perché Goblin fosse così noioso nelle sue frasi di minaccia sempre uguali.

Certo, so che molti non apprezzano questa tecnica di parlare direttamente con chi sta guardando la TV, ma qui è parte integrante della serie, anzi, siamo quasi dei confidenti di Parker/Spider-Man. Riguardo ai personaggi coinvolti nelle vicende, sono tantissimi, molti si vedono per un piccolo cameo, mentre altri sono protagonisti di interi episodi o di più di uno. Per esempio, i Guardiani della Galassia appaiono in due puntate, nelle quali abbiamo fatto la conoscenza di Rocket, Groot, Gamora, Star-Lord e Drax. Sia io che lui ignoravamo chi fosse questo gruppo di bizzarri personaggi, ma da li a poco sarebbero diventati uno dei nostri team preferiti in assoluto, grazie ai film di James Gunn. Non mancano ovviamente le comparsate di Stan Lee, qui relegato a bidello della Midtown High School (ma non solo)

E ancora: Pantera Nera, Cloak e Dagger, Deadpool (qui ovviamente edulcoratissimo nel linguaggio) appaiono nella serie, tutti ben delineati e, anche se in parte differenti dalle loro controparti cinematografiche, comunque abbastanza coerenti. È presente anche un’atletica Zia May, che adora passare il tempo tra un lancio in paracadute e una vacanza in luoghi esotici.

Il fatto di aver iniziato a guardare la serie quando era arrivata in italia già da tempo sui canali satellitari ci ha permesso di fare incetta di episodi. Questo “binge watching” di netlflixiana usanza, però, si porta dietro un aspetto più noioso da gestire: la voglia di vedere subito altri episodi, anche se non sono ancora arrivati nella nostra lingua (guardare una qualsiasi cosa in lingua originale non è una cosa fattibile, con un bambino) o se proprio non esistono, in quanto la serie è terminata.

Perchè se un adulto può gestire (oddio non tutti) l’astinenza da episodi o la chiusura di una serie, per un bambino è una cosa più complicata. Basta però ovviamente fare i bravi divulgatori nerd e le cose andranno a posto da sole, considerando che ogni cinque secondi stata fuori qualcosa di nuovo da guardare.

Credo che, anche tra diversi anni, io e questo ometto che mi gira in casa ci ricorderemo di episodi come Giorno di Neve o Spider Pork (e no, i Simpson non c’entrano).

Nel caso non l’abbiate mai visto, vi consiglio di recuperare questo Ultimate Spider-Man, perché merita e le serie animate ben fatte, alla fine, non sono poi così numerose. Soprattutto quelle da guardare con la prole.

Questo articolo fa parte dell'amichevole Cover Story di quartiere su Spider-Man, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.

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