Frieren e millenni di momenti memorabili
Partiamo dalla premessa che il titolo Sousou no Frieren è già memorabile come trollata.
Tutti gli adattatori occidentali, su imbeccata dei licenziatari, hanno preferito la traduzione Frieren: alla fine del viaggio invece del più letterale Frieren del funerale o Frieren della rovina (traducibile a senso anche in Frieren la sterminatrice), appoggiandosi alle molteplici letture dei kanji (caratteri ideogrammatici giapponesi di origine cinese) nel titolo.
Come per molti titoli giapponesi, l’ambiguità non è mai casuale e dimostra quanto divertimento abbiano gli autori della terra del sole nascente a sfruttare la poliedricità del loro complicato sistema di scrittura per spoilerare il racconto.
Lo spettatore che si affaccia alla storia di Frieren narrata dalla serie di 28 episodi ricalcata pari pari sul manga tutt’ora in corso di Kanehito Yamada (testi) e Tsukasa Abe (disegni) si trova inizialmente di fronte ad una delicata narrazione sul valore dell’incontro e su quanto, alla fine, una vita non sia definita dalla sua durata ma dalla sua densità (cito una massima di Luciano De Crescenzo, attribuita a un fittizio meccanico/filosofo epicureo: “Molti studiano come allungare la vita, quando invece bisognerebbe allargarla”).
Questo è sicuramente il tema portante dell’anime che ci mostra l’elfa millenaria Frieren, membro del classico party Eroe, Chierico, Nano Guerriero e Mago destinato a sconfiggere il signore dei demoni che ha, effettivamente, compiuto l’impresa e si divide dopo i festeggiamenti.
Mezzo secolo dopo, Frieren torna a trovare l’eroe Himmel, il chierico beone e donnaiolo Heiter ed il nano Eisen per onorare la promessa fatta a cuor leggero di vedere di nuovo insieme una pioggia di meteore e trova i due umani ormai divenuti anziani con una vita ben alle spalle quando a lei sembra che sia appena passato un istante.
Quando, pochi giorni dopo aver assistito allo spettacolo concesso dal cosmo ogni cinquanta anni, Himmel muore, Frieren si confronta con il fatto che con quella persona che ha così tanto cambiato la sua apparentemente inamovibile esistenza ha condiviso appena un istante durato dieci anni.
Questo paradosso la muove a porsi delle domande che prima non si era mai posta e ad intraprendere un pellegrinaggio ai confini della terra, accompagnata dalla giovane discepola umana Fern, adottata da Heiter e dall’altrettanto giovane guerriero Stark, allievo di Eisen.
In questo pellegrinaggio, una esistenza che alterna la conoscenza dei secoli ai capricci di una bambina si confronta tanto con la silenziosa determinazione di una giovane vissuta con l’unica compagnia di un uomo saggio ma troppo vecchio per essere un padre e con il buon cuore di un giovane codardo praticamente indistruttibile, quanto con le storie triviali, eppure importantissime per chi le vive, degli abitanti dei piccoli villaggi in mezzo al nulla e dei grandi centri fortificati che punteggiano il percorso verso le pericolose Terre del Nord.
E ogni tanto si oblitera una creatura mostruosa assieme ad una più o meno consistente parte di paesaggio con un fascio di energia sterminatore e figlio di puttana (cit.).
Come dicevo: una memorabile trollata che alterna con un equilibrio raro i momenti “Frieren alla fine del viaggio”, carichi di emozione e di significato sussurrati esattamente come le parole che la protagonista e quasi ogni altro personaggio proferiscono, ai momenti “Frieren la sterminatrice” in cui i maghi di questo mondo fantastico diventano delle Corazzate Yamato su gambe e livellano il paesaggio con i loro incantesimi/cannoni a tachioni come fosse normale.
L’animazione a cura dell’immancabile Studio Madhouse è ovviamente di primissima qualità e infallibile nel rendere entrambe le situazioni, non lesinando in colori pastello, panorami idilliaci o crudeli a seconda dell’emozione da rendere né trascurando mai per un secondo il controllo di una regia ferrea che rende ogni scontro un vero “momento fomento”, arrivando fin al conclusivo “Esame per la selezione dei Maghi di Primo Livello” che avrebbe dovuto solo stonare con le riflessioni “mature” con cui l’anime era iniziato e che invece diventa memorabile dal suo inizio fino alla “laurea” dei vincitori e, comunque, portatore di interessanti riflessioni.
Come praticamente sempre nel caso degli Anime di Primo Livello, parte del merito va anche al cast di doppiaggio, in cui non troviamo i nomi che normalmente associo alla “Serie A”, ma che fanno un lavoro eccelso, prima tra tutte Atsumi Tanezaki, che dona alla protagonista una voce “emotivamente inespressiva” ai limiti del miracoloso.
Come si sarà capito, se si cercano non solo momenti memorabili, ma anche una divertente riflessione sul loro valore, Sousou no Frieren, al momento disponibile su Crunchyroll, può essere esattamente il compendio che stavate cercando.
Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata ai "Momenti memorabili", che potete trovare riassunta a questo indirizzo qui.