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Ronin: mazzate orientali a turni

Il mio primo pensiero nel vedere il protagonista di Ronin è stato rivolto a Kill Bill, il primo film, quello in cui la sposa va a fare mattanza di folli armata di katana e tutina gialla (a sua volta una citazione di Bruce Lee). Provando il gioco la sensazione si è rafforzata, sebbene la natura di Ronin diventi, dopo un primo impatto, molto più ponderata della festa di arti mozzati di Tarantino. In Ronin si interpreta il ruolo di uno spadaccino in cerca di vendetta, il volto coperto da un casco da motociclista e armato di katana, shuriken, corda e altri ammennicoli, alcuni dei quali è necessario sbloccare procedendo nell'avventura con l'uso di punti abilità. L'avventura inizialmente trae in inganno, facendo sembrare il gioco un platform minimalista, ma ben presto entrano in gioco combattimenti a turni, tattica, obiettivi secondari e in generale quello che è riassumibile in "un po' di sano casino". Il fascino di Ronin si basa tutto sulla sua meccanica di combattimento e di salto: se corsa e arrimpacata funzionano in tempo reale, i salti e ogni operazione effettuata dopo essere stati visti da un nemico avvengono a turni, durante ciascuno dei quali si potrà fare una e una sola azione. Si saprà dove i nemici stanno mirando con le loro armi da fuoco o i loro attacchi con spade e altro, e si dovrà riflettere sul modo migliore per attaccarli, tenendo presente che non è possibile commettere errori (si muore con un colpo solo) e che non tutte le mosse funzionano contro tutti i nemici. Ad esempio, se un calcio volante permette di stordire le guardie del corpo armate di pistola, la stessa tattica porterà unicamente alla morte se tentata contro uno Yojimbo armato di katana.

https://www.youtube.com/watch?v=zLmbeogBfqU

Il gioco è tutto qui. Non vi è una vera trama da seguire (cioè, si, ma insomma, è meno sviluppata della trama di un episodio di Street Fighter) e andando avanti si manifestano piccoli elementi in più a complicare le cose, ma anche le opzioni tattiche a disposizione del giocatore aumentano, magari dandogli l'opzione di creare illusioni e copie di sé per distogliere l'attenzione dei nemici. L'alchimia funziona? Si e no. Gli scontri sono entusiasmanti, grazie a un piacevolissimo mix di tattica e frenesia, e nonostante siano a turni, riescono a mettere tensione grazie all'immediatezza e alla semplicità dei comandi, che comunque non vanno ad appiattire una certa profondità tattica. I problemi del gioco, semmai, sono legati ad altre caratteristiche, come un sistema di salvataggio poco funzionale, specialmente se si sta cercando di sbloccare tutti gli obiettivi secondari per migliorare le abilità del ninja di cui si vestono i panni.

Mi spiego: avete fatto venti minuti di missione alla perfezione? Commettete un errore e vi fate vedere da un civile? Complimenti, restano soltanto tre opzioni: risparmiare il civile, che farà però scattare l'allarme, facendo fallire un obiettivo secondario; uccidere il civile facendo fallire un obiettivo secondario; ricominciare il livello da zero. Non è possibile tornare a salvataggi precedenti. Posso ben comprendere che l'intenzione degli sviluppatori fosse creare un feeling di sfida, in cui ogni errore va pagato, ma il mio timore è che per alcuni giocatori la cosa possa essere vissuta come motivo di frustrazione e ridurre il piacere che si ha nel giocare.

Sul fronte audiovisivo non vi è molto da dire: lo stile è minimalista, con animazioni gradevoli e un mare di sangue (dopotutto Kill Bill insegna che se si usa una katana il sangue deve scorrere a fiumi) e la colonna sonora fa un buon lavoro nell'accompagnare le gesta del protagonista, ma è anche chiaro che non ci si trova di fronte a un prodotto che fa della grafica la sua componente principale. Anzi.

Se si amano le atmosfere tarantiniane e si ha voglia di un gioco particolare, con una unione piuttosto unica di generi, Ronin può fare al caso di più di qualche persona. Personalmente mi ci sono divertito non poco. Chi si aspetta però una trama entusiasmante o una grafica complessa potrebbe rimanere deluso: l'attrattiva di Ronin sta soprattutto nel suo unico sistema di combattimento. Giochi simili non ve ne sono davvero, forse soltanto l'altro ottimo indie Mark of The Ninja, ma in quel caso l'obiettivo e lo stile di gioco cambiano notevolmente, dato che il focus, li, è evitare l'azione diretta, mentre in Ronin il combattimento acrobatico contro molti nemici contemporaneamente è qualcosa che si va proprio a cercare.

Ho scaricato Ronin grazie a un codice Steam fornito dallo sviluppatore e me lo sono spolpato per bene, massacrando scagnozzi mafiosi al ritmo di rapidi turni. Un gioco decisamente gradevole e divertente, che non dovrebbe mancare nella libreria di chi ama il genere.

Voto: 7,5
Librodrome #72: Bedlam

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Old! #118 – Luglio 1975

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